Pagina:Iacopone da Todi – Le Laude, 1930 – BEIC 1854317.djvu/122

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Gli Articoli de la fede — si s’onno congregati:
— Oi lassi noi, dolenti, — co senio desolati!
nostra fatica e frutti, — sémone derobbati:
34 la vita en tal peccati — non sia piú comportata. —
Le Virtude piangono — de uno amaro pianto:
— O Bontá nobilissima, — nostro tesauro e canto,
non trovamo remedio — de lo dannagio tanto:
38 lo nostro dolor tanto — nulla mente há stimata. —
Piangono le Sacramenta: — Noi volem morire,
da poi che la Bontade — vedemo si perire:
non ne giova el vivere, — non sapem ove gire;
42 vendeca, iusto Sire, — ch’ell’è si mal trattata. —
Li Doni dello spirito — chiamano ad alta vuce:
— Vendeca nostra eniuria, — alta divina luce;
aguarda lo naufragio — che patem ’n está fuce:
46 se tu non ne conduce, — perim ’n está contrata. —
Fanno grande corrotto — l’alte Beatitute:
— Aguardace, Signore, — co sem morte e battute!
oi lasse noi dolente, — a que sem devenute!
50 peggio simo tenute — che vizia reprobata. —
Piangon le Relione — e fanno gran lamento:
— Aguardace, Signore, — a lo nostro tormento:
poi che a Bontate è morta, — senio en destrugemento;
54 corno la polve al vento — nostra vita è tornata. —
Li Frutti de lo spirito — si fanno gran romore:
— Vendica nostra eniuria, — alto, iusto Signore:
la curia romana, — c’ha fatto esto fallore,
58 corriamoci a furore, — tutta sia dissipata.
Fansi chiamar ecclesia — le membra d’Andcrisso!
aguardace, Signore, — non comportar piú quisso:
purgata questa ecclesia, — e quel che ci è mal visso
62 sia en tal loco misso — che purge i soi peccata. —