Pagina:Iacopone da Todi – Le Laude, 1930 – BEIC 1854317.djvu/14

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— Or attende ’l premio — de questo c’hai pensato:
lo mantello artollote — per tutto sto vernato;
le calzamenta lassale — per lo folle cuitato;
70 ed un disciplinato — fin a lo scorticare. —
— L’acqua che bevo noceme, — caggio ’n etropesia;
lo vino, prego, renderne — per la tua cortesia!
Se tu sano conserveme, — girò ritto per via;
74 se caggio ’n ’enfermaria, — opo me t’è guardare. —
— Poi che l’acqua nocete — a la tua enfermentade
e lo vino noceme — a la mia castitade,
lassa lo vino e l’acqua — per la nostra sanetade;
78 sostien necessitate — per nostra vita servare. —
— Prego che non m’occide! — nulla cosa demanno;
en veritá promettote — de non gir mormoranno:
lo entenzare veiome — che me retorna en danno;
82 che non caggia nel banno — vogliomene guardare. —
— Se te vorrai guardare — da omne offendemento,
sirotte tratta a dare — lo tuo sostentamento;
e vorròme guardare — dal tuo encrescemento: —
86 sirá delettamento — nostra vita salvare. —
Or vedete’l prelio — c’ha Porno nel suo stato!
tante son l’altre prelia, — nulla cosa ho toccato:
che non faccian fastidio, — aggiol’abbreviato;
90 finisco sto trattato — en questo loco lassare.
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