Pagina:Iacopone da Todi – Le Laude, 1930 – BEIC 1854317.djvu/254

Da Wikisource.

Ardore che consumi ogni freddura
e si purghi ed allumini la mente,
onne altra cosa fai parere oscura,
la quale non vede te presente:
ché ornai altro amor non cura,
per non cessar l’amor da te niente
72 e non ratepidar lo tuo calore.
Calor che fai l’anima languire:
ed el core struggi de te infiammato,
che non è lengua che ’l potesse dire,
né cuor pensare, se non l’ha provato:
oimè lasso, fammete sentire,
dch! scalda lo mio cor de te gelato!
79 che non consumi in tanto freddore!
Freddi peccatori, el gran fuoco
nello inferno v’è apparecchiato,
se in questo breve tempo, che è si poco,
d’amor lo vostro cor non è scaldato:
però ciascun se studie in onne luoco
dell’amor di Cristo essere abrasciato
86 e confortato dal suave odore.
Odor che trapassi ogni aulimento,
chi ben non t’ama, bene fa gran torto:
chi non sente lo tuo odoramento,
o elli è puzzolente o elli è morto;
o fiume vivo de delettamento,
che lavi ogni fetore e dai conforto
93 e fai tornare lo morto in suo vigore!
Vigoros’amante, li amorosi
en cielo hanno tanta tua dolcezza,
gustando quelli morselli saporosi
che dá Cristo ad quelli c’hanno sua contezza;
che tanto sono suavi e delettosi,
chi ben li assagia, tutto el mondo sprezza
100 e quasi in terra perde suo sentore.