Pagina:Ida Baccini, La mia vita ricordi autobiografici.djvu/284

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venduti lentamente, ma sicuramente. Nessuno spaccio farraginoso, dunque; nessuna frettolosa ristampa; ma un successo calmo. Letterariamente sono stata sempre simpatica, sempre accettata e pochissimo discussa. Tant’è vero che nelle recensioni de’ miei libri i critici e i giornalisti hanno adoperato per ventanni di seguito gli stessi aggettivi, ma non so se ciò si debba più al carattere costante del mio ingegno o alla scarsezza della loro fantasia.... Mah! i posteri giudicheranno, a tempo e luogo, quando ne meriti il conto.

Del resto quanto io abbia amato i bambini — tanto per ritornare al primo detto — potrebbero provarlo anche due miei discorsi che pronunziai il 7 gennaio 1895 all’ospedaletto Mayer e il 20 novembre 1897 all’asilo per gli orfani dei marinai; discorsi che pubblicherei volentieri se lo spazio me lo consentisse. Io ho sempre rifuggito dall’eloquenza chiassosa delle «pubbliche concioni» e ho preso la parola soltanto in qualche rara occasione in cui mi fosse dato di far nello stesso tempo un po’ di bene. Ma di questa mia vita solitaria o di questo mio orrore per le moltitudini sono stata rimproverata dai miei pochi nemici come di una posa. Né sono mancati i maldicenti che hanno sparso sul mio conto dicerie maligne, o hanno architettato fantastici castelli in aria sul valore della mia bontà, ma senza per questo riuscire a scuotere la mia leggendaria indifferenza, o a farmi sparire dalle labbra quel sorrisino leggermente sarcastico che è una delle mie specialità.