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molto mobile e talvolta sono simpatica, talvolta odiosa. Ho certamente gli occhi belli, ma tutte li hanno così a Napoli. Ma insomma mi vedrete. Avanti di venire a Firenze vi manderò il mio ritratto ...

Non parliamo dell’amore. Per me è la stupenda e la più straziante delle cose umane. Voi avete amato: tanto meglio — tanto peggio. Ma io nata in Grecia, cresciuta in Napoli, doppiamente meridionale, con una volontà indomita e dominatrice, non so nulla di dolcezza, di soavità. Perciò l’amore delle mie novelle è sempre violento, perciò l’amore del “Cuore d'inferno„, è tragico. Ahimè — come dice Heine — noi facciamo piccole storie dei nostri grandi dolori. Mi piace che amiate il Balzac: io lo adoro. Se vivesse, andrei a fargli la serva. Leggo moltissimo italiano, tutto quel che si pubblica, buono o cattivo. Io ho la specialità di leggere con una rapidità di vapore e di ritenere mirabilmente. Per cui leggo di tutto. Ho la passione della lettura ... vedete, ho scritto ancora la passione.

È un tic. —

Leggo l’inglese abbastanza bene, ma ho bisogno di studiarlo ancora; a Roma mi propongo di studiare assai. È una città dove si può vivere raccolti, quando si voglia. Qui, a Napoli, è impossibile. Vi è troppo sole, troppo azzurro, troppa primavera. Qui si ozia per forza. Siamo noi che abbiamo inventato la frase: ozio operoso ... Bah! è una scusa. Voi non siete borghese, voi siete un’artista. Io fiuto la borghesia attraverso centinaia di miglia; è la mia naturale nemica. Voi siete un’artista, mi piace, mi giova ripeterlo.

Scrivetemi quando volete, quel che volete, come volete, ma scrivetemi: che fate, che pensate, che scrivete,