Pagina:Ida Baccini, La mia vita ricordi autobiografici.djvu/204

Da Wikisource.
196


Io non so se Ella sia una signora o una signorina; non so nemmeno come si chiami: se vorrà essere tanto cortese da presentare sè stessa, il suo compagno d’armi glie ne sarà doppiamente grato.

E questo desiderio non mi viene soltanto dalla benevolenza che Ella usa nel giudicarmi, ma dallo spirito arguto che anima sempre le sue riviste.

Mi creda, gentilissima signora

Suo devmo
Alfredo Baccelli.


Alfredo Baccelli venne poi a sapere chi era questa Marinella del Rosso e della lunga burla facemmo insieme le più allegre risate, quando di lì a poco, passando egli per Firenze, ebbi l’onore ed il piacere della sua visita1.


  1. Nel 1886, due anni dopo aver presa la direzione della Cordelia, pensai di compilare una specie di strenna (una simpatica antologia di scritti vari) per darla in regalo alle nuove abbonate. Ne mandai un esemplare agli amici; e l’invio mi valse questa originalissima lettera di Ubaldino Peruzzi, che val certo la pena di pubblicare:
    «Gentilissima Signora.
    Mi è pervenuta, giorni addietro, la strenna della Cordelia. Mi son domandato: Chi devo ringraziare per il dono di questo grazioso libretto? Trattandosi di un dono gentile e grazioso, ho pensato che a lei fossero dovuti i miei ringraziamenti e glieli fo, augurandole intanto tutte le desiderate felicità per l’anno da poco incominciato. Così facendo, confido che quantunque non accetti i ringraziamenti perchè dovuti ad altri, gradirà i miei auguri che sono sinceri e vivaci.
    Nè voglio fermarmi qui. Da vecchio e perciò da brontolone com’è uso dei vecchi mi permetto di dirle schiettamente che non mi va a genio quella preferenza onde Ella ha onorato la parola ordinata invece dell’altra compilata.
    Non dico che sia impropria la parola ordinata ma a Firenze non si suole usar nel senso in cui Ella l’ha ado-