Pagina:Idilli di Teocrito (Romagnoli).djvu/141

Da Wikisource.
98 TEOCRITO

tiònico
                                                                                Apposta
sei magro, hai quel po’ po’ di barba, ed i ricci arruffati.
Un pitagorico è giunto da poco, a te simile: giallo
e senza scarpe ai piedi. D’Atene diceva.
eschine
                                                                 Anche quello
innamorato?
tiònico
                                   Sí, ma, secondo me, di pagnotte.
eschine
Tu scherzi! Io passo un mondo di guai per la bella Cinisca.
Un giorno o l’altro, pazzo, divento. Ci manca un capello.
tiònico
Sempre lo stesso! Adesso flemmatico, poi tutta furia,
vorresti tutto a verso... Ma di’ questa nuova sciagura.
eschine
Io con l’Argivo, e con Api cozzon di Tessaglia, stavamo
nel mio fondo, a trincare. C’era anche Cleònico. Avevo
tirato il collo a due pollastri, sgozzato un porcello,
spillato un vin di Biblo che aveva quattro anni, odoroso
come se lí per lí fosse uscito dal tino. E lumache
c’erano, e porri. Era dolce quel bevere. E bevi e ribevi,
si disse che ciascuno potesse trincarne del pretto.