Pagina:Idilli di Teocrito (Romagnoli).djvu/22

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PREFAZIONE XXIII

il suo spirito era già interamente foggiato. Davvero vien da ridere, quando si vede seriamente affermato che, se pure Teocrito nacque a Siracusa, solamente a Coo e alla sua scuola spetta il merito di aver creato il poeta1. A venti anni lo spirito dei poeti è formato, o non si forma piú mai. Senza eccezione. Può essere che la sua vocazione rimanga ignota agli altri e a lui stesso fino a quella età o anche piú oltre, e che solamente allora sopraggiunga chi la scopra e la faccia valere. Ma costui potrà vantarsi di avere rimosse delle ceneri, non già di avere acceso un fuoco. I solenni «Maestri» che il giovine Teocrito doveva trovare nell’isola sacra al vin dolce e ai poeti agri, Fileta, diciamo, Asclepiade, Arato, possono certo avergli insegnato qualche bell’accorgimento, qualche «botta segreta» metrica o ritmica. Senza forse, gl’insegnarono a deturpare un capolavoro con qualche brutta appiccicatura mitologica. Ma è ben sicuro che, per fortuna dell’arte, non poterono trasfondere nel giovine siciliano la loro essenza di aridi cartofilaci. Perché dell’animo dei veri poeti si può ripetere quello che Pindaro diceva dell’oro:

L’oro è di Giove prole:
non lo rodono vermi, e non tignuole.

Se ora volessimo dedurre dalle vicende esterne ai caratteri dell’arte, dovremmo collocare nel primo periodo dell’attività di Teocrito i due idilli IVo (Di palo in frasca) e V° (La contesa). Immuni da ogni contaminazione mitologica, non presentano forse

  1. «Wenn es auch wahrscheinlich bleibt, dass unser Dichter Sikilien zur Heimat hatte, so treffen wir ihn doch jedenfalls als angehenden Dichter zuerst im oestlichen Griechenland. Dort haben ihn der Elegiker Philetas und der Epigrammatiker Asklepiades in die Poesie eingefiihrt». CHRIST, Geschichte der griechischen Litteratur3, 520