Pagina:Idilli di Teocrito (Romagnoli).djvu/248

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IDILLIO XXVII 201

dafni
Il letto allestirò: la lana piú bella preparo.
fanciulla
Che mai, dimmelo, al vecchio mio padre, che mai potrò dire?
dafni
Quando il mio nome udrà, godrà che tu m’abbia prescelto.
fanciulla
Dimmelo, via, questo nome: diletto può dare anche un nome.
dafni
Dafni io mi chiamo, mio padre Licída, mia madre Nomèa.
fanciulla
Sei di bennati, certo: da meno, però, non sono io.
dafni
Lo so, che in alto nata sei tu, che tuo padre è Menalca.
fanciulla
Fammi vedere dov’è questo bosco, dov’è questo ovile.
dafni
Vedilo qui, dove in fiore son questi miei svelti cipressi.