Pagina:Idilli di Teocrito (Romagnoli).djvu/259

Da Wikisource.
212 TEOCRITO

dovresti invece amar sempre lo stesso, finché tu vivi.
E se farai cosí, lucrerai fama di galantuomo
dai tuoi concittadini; e non sarà con te crudele
Amor, che degli umani agevolmente soggioga i cuori,
e morbido anche me rese che un tempo ero di ferro.
E adesso io ti scongiuro per la tua tenera bocca,
di rammentar che l’anno scorso fosti piú giovinetto,
che tutti vecchi si diventa, in meno che non si sputa,
vecchi rugosi; e mai riacciuffare la giovinezza
niuno potrà: ché a lei crescono sopra gli omeri l’ale,
e noi siam troppo tardi per ghermire gli esseri alati.
Rifletter devi a questo, e dimostrare cuore piú mite,
e amare me, che t’amo d’un amore scevro di frode.
Sicché, quando la guancia avrai di peli tutta coperta,
amici siamo l’uno e l’altro quali Patroclo e Achille.
Ora a predare moverei per te sin gli aurei pomi,
per te sino al custode degli spènti Cerbero andrei.
Ma se le preci mie tu lascerai sperdere ai venti,
e nel cuore dirai: perché mi secchi, benedett’uomo,
un giorno, quando la mia fiera brama sarà svanita
alla tua soglia non verrò, neppure se mi chiamassi.