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14 TEOCRITO

Prima si strugga sul fuoco farina. Tu, Tèstili, impasta.
O sciagurata, dove svagata ti sei col pensiero?
Turpe ti sembra forse, ridevole quello ch’io faccio?
Impasta, e insieme di’ cosí: «L’ossa impasto di Delfi.»
Alla mia casa, torquilla, tu spingi a venire quell’uomo.
Gitta sul fuoco alloro.
Delfi mi torturò. L’alloro per Delfi ora brucio.
E come questo alloro bruciandosi crèpita forte,
e súbito s’accese, che cenere pur non si vide,
anche di Delfi il corpo così su la fiamma si strugga.
Alla mia casa, torquilla, tu spingi a venire quell’uomo.
Gitta sul fuoco cera.
E come questa cera si strugge, e una Diva m’assiste,
così súbito Delfi di Mindo si strugga d’amore.
Fa mulinare un dischetto di bronzo.
E come questa ruota di bronzo Afrodite mulina,
dinanzi all’uscio mio cosi Delfi si debba aggirare.
Alla mia casa, torquilla, tu spingi a venire quell’uomo.
Gitta sul fuoco crusca.
Or brucerò la crusca. Artèmide, e tu l’adamanto,
o quale altra sia cosa nell’Ade piú salda, ora scrolla.
Tèstili, per la città le cagne ora vanno ululando:
muove la Dea pei trivi: percuoti il bacile di bronzo.
Alla mia casa, torquilla, tu spingi a venire quell’uomo.

Tace frattanto il mare, le raffiche taccion dei venti;
ma dentro il seno mio, la pena d’amore non tace.