Pagina:Idilli di Teocrito (Romagnoli).djvu/80

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IDILLIO V 43

lacone
A questo pecoraro, che pazzo ne va, muove incontro
Cràtida imberbe; e scuote sul collo la morbida chioma.
comata
Paragonar non si può l’anèmone e il fiore del rovo
con le corolle di rosa che sbocciano in mezzo a le spine.
lacone
Né con le ghiande del leccio le mele azzeruole: ché quelle
hanno una rúspida buccia, queste altre son colme di miele.
comata
Súbito súbito vo’ regalare a la bella un palombo:
vo’ dal ginepro scovarlo: ché quivi di solito posa.
lacone
Io, quando toserò la pecora nera, a Cratida
darò, ch’essa un mantello ne faccia, la morbida lana.
comata
Psst! Via, caprette, via da quell’oleastro. Pascete
qui, presso ai tamerici, sul dolce declivio del poggio.
lacone
Via, via da quelle querce, Cinèta, Conàro! Pascete
qui, dov’è Fàlaro, in questa pendice che guarda a Levante.