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il baretti 85

L’ORSO PERSONAGGI Elena Ivanovna Popova, una vedova ’borghese, fossette allo guance.

Gregorio Stefanovic Smirnov, borghese di mezza età.

Luca, acrvitoro di Popova, piuttosto vecchio.

(Sninne nel palazzo di Popova) SCENA PRIMA PorovA (i/i lutto chiuso. Non toglie gli occhi da un ritratto) e Luca.

Luca - Non è bene, padrona... Voi vi tormentate inutilmente... Le cameriere e le cuoche sono uscite a passeggio, ognuno fa festa; persino il gatto si prende il suo spasso, oorre in oortile, afforra gli uccellini, e voi tutto il giorno in camera, come in un monastero, senzn un divertimento. Sì! E* quasi un anno che non uscite di cosai...

Pop. - E non uscirò mai... A che scopo? La vita mia è finita... Egli giace nella tomba, 10 mi sono seppellita tra quattro mura...

Entrambi morti...

Luca. - Ma bene’ E devo ascoltarvi! Nicolai Miooilovic è morto; sia a lui, con la volontà di Dio, il regno coleste... Lo avete pianto a sta bene, era debito di decoro. Ma piangere o portare il lutto tutta la vita... A suo tempo anche la mia vecchia mi morì... Ebbene?

La seppellii, la piansi un mese intero, ecco tutto; ma trascorrere la vita a cantar re7inerii...

via, la vecchia non meritava tanto (cospira). Avete dimenticato i vicini... Non andate a visitarli, non volete ricevere. Viviamo, scusate, come ragni «* non vediamo la luce del giorno... I topi hanno ròsa tutta la livrea... Se non ci fosse gente per bone...

ma tutto il circondario è pieno di signori...

A Riblov ha stanza il reggimento, con certi ufficiali... veri confetti, chcxolo a guardarli!

C’ò al campo ogni venerdì un bollo e sapete cho ogni giorno suona l’orchestra militare...

Eh, mia cara padroncina! Sioto giovano, bella, tutta sangue e latte, potete vivere secondo il vostro piacere... E la bellezza non ò data in eterno! Tasseranno dieci anni e voi stessa vorrete tornare indietro e metter polvere negli occhi dei signori ufficiali, ma sarà tardi.

Pop. (risolutamente). - Ti prego di non parlarmi mai di questo! Tu sai che dal giorno in cui morì Nicolai Micailovic, la vita perdette per me ogni valore... A tc pare ch’io sia viva, ma è apparenza... Gli giurai di non lasciare il lutto e di non vedere la luce del solo sino alla fine... Intendi? Possa la mia ombra scorgere come io Io ami... So cho per tc non è un segreto come ogli sovente fosse ingiusto, crudele... infedele anche, ma io gli «arò fedele sino alla tomba e gli mostrerò come so amare... Dal sepolcro, egli mi vedrà tale quale fui prima della sua morte...

Luca. - Meglio sarebbe passeggiar in giardino, o ordinare che sii at tacchi Tobi o Velican e visitare i vicini...

Pop. - Ali. (piange).

Luca. - Padrona!... Padroncina!., Che avete?

11 Signore sia con voi!

Pop. - Egli amava tanto Tobi! Sempre lo montava per recarsi dai Gorgiaghin e dai Vlasov.

Come mirabilmente guidava! Quanta grazia nella sua figura quando con tutte lo forze tirava le redini 1 Ricordi? Tobi, Tobi! Ordina che gli sia dato oggi un ottavo di avena iu più.

Luca. - Sarà fatto! (Va deciso colpo di cam/ut nel lo).

Pop. (con un fremito), - Chi è? Di’ che non ricevo nessuno!

Luca. - Sarà fatto! (esce).

Pop. (sola, guardando il ritratto). - Tu vedi, Nicola, come io sappia amare e perdonare...

Il mio amoro si spegnerà con me, quando cesserà di battere il mio povero cuore (sornde, tra le lagrime),’ E tu non ricordi? Io amorosa e memore..., mi rinchiusi a chiave in castello e ti sarò fedele sino ulla tomba, e tu... tu non ricordi, crudelaccio! Mi ingannavi, facevi le «cenato, mi lasciavi sola per intere settimane...

Luca (entra spaventato). - Signora, c’ò un talo che chiede di voi. Vuol vedervi...

Pop. - Non gli hai detto che dalla morte di mio marito, non ricevo più alcuno?

Luca.. L’ho detto, ma egli non vuole ascoltare, dico che ò cosa molto importante.

Pop. - Io non l’i c o v o!

Luca. - Glie l’ho detto, ma... ò un orso... urla e entra senz’altro in casa... ò già in sala da pranzo...

Pop. - Orsù, digli... Cho villano! (Luca esce).

Come pesa questa gente! Che vogliono da me? Perché turbano la mia pace? (sospira) Certo, dovrò andare in convento... (resta jrcnsierosa). Sì, in convento...

SCENA SECONDA Popova, Luca l’Smirnov.

Smirnov (entrando, a I.uea). - Sciocco, ti piaco cianciare eli?... Asino! (vedendo PopoScherzo in un atto va, con dignità) Signora, ho l’onore di presentarmi: Gregorio Stefanovic Smirnov, possidente, luogotenente d’ariiglieria a riposo! costretto a disturbarvi por cosa della massima importanza...

Popova (tenta porgergli la mano). - Che vi occorre t Smir. - Il vostro defunto consorte, con cui ebbi l’onore d’essere in relaziono, mi lasciò creditore di due cambiali di mille e duecento rubli. Domani mi scade il pagamento degli interessi in una ’banca fondiaria o perciò vi pregherei, signora, di pagarmi oggi stesso.

Pop. - Mille duecento... E perchè mio marito vi lasciò creditore?

Smir. - Aveva comperato da me dell’avena.

Pop. (sospirando, a Luca) - A proposito, Luca non dimenticarti d’ordinare cho sia dato a Tobi un ottavo di avena in più. (A Smirnov).

Se Nicolai Micailovic lasciò talo debito, s’intendo che lo pagherò: ma oggi scusatemi, non ho denari disponibili. Tra due giorni tornerà dalla città il mio amministratore p gli ordinerò di pagarvi quanto vi deve, ma prima non posso soddisfare il vostro desiderio... Proprio oggi si compiono sei mesi dalla morte di mio marito c sono in tale disposizione di spirito, che non posso in alcun moda occuparmi di affari finanziari.

Smir. - E io sono in tale disposizione di spirito che se domani non pagherò gli interessi, dovrò fuggire dal camino. Mi sequestreranno il podere!.

Pop. - Tra due giorni riceverete i vostri denari.

Smir. - 1 denari non m’occorrono tra due giorni, ma o g gì.

Pop. - Scusate oggi non posso pagarvi.

Smir. - Ed io non posso attendere.

Pop. - Ma come fare, so qui non ne ho1 Smir. - Non potete dunque pagarmi?

Pop. - Non posso...

Smir. - Uhm... E’ la vostra ultima parola?

Pop. - Si, l’ultima.

Smih.. Ultima? Definitiva?

Pop. - Definitiva.

Smir. - Umilmente vi ringrazio. Così si dice.

(si stringe nelle spalle). E poi Vogliono che conservi il sangue freddo’ Ho incontrato or ora per istrada un amico che mi chiose:

perchè siete sempre adirato Gregorio Stefanovic?

Ma, di grazia, conio non dovroi adirarmi? Mi occorrono denari d’urgenza, dei denari... Sono uscito ieri mattina all’alba.

ho visitato tutti i miei debitori: almeno uno mi avesse pagato! Mi strapazzo come un cane, dormo Dio sa dove, in una taverna di ebrei accanto ad un barilotto d’acquavite... Finalmente, giungo qui dopo aver |>ercorso 70 verste di strada, spero di ricevere i miei denari, e mi offrono una disposizione di spirito. Come non adirarmi?

Pop. - Ho parlato chiaro, mi pare: tornerà dalla città l’amministratore, altora li riceverete.

Smir. • Io non sono venuto dall’amministratore, ma da voi ’ Me ne infischio, scusate l’espressione, del vostro amministratore.

Pop. - Perdonate, caro signore, non sono abituata nò a tali strane espressioni, nò a un simile tono. Non vi posso più ascoltare (se, ne va rapidamente).

Smir. (solo) - Ma benissimo! La mia disposizione di spirito... Sono oggi sei mesi dalla morte di mio marito! Ma non debbo pagare io gli interessi? Ditemi non debbo io pagare gli interessi? Ebbene, vostro marito è morto, lo stato d’animo e simili sciocchezze...

(’amministratore che arriverà che il diavolo lo porti; ma a me che cosa ordinate di fare? Di volar lontano dai miei creditori sopra un pallone, forse? 0 fuggire via attraverso i muri? Grusdei non è in casa, Iaroscovic ò scomparso, con Curizin litigo a morto o per poco non lo getto dalla finestra, Masutov ha il colera, e costei la disposizione di spirito! Neanche una di queste canaglie paga! Perchè li ho viziati troppo, perchè sono un debole, un concio, una vile femminuccia! Sono stato troppo delicato’ Ma aspettate’ Imparerete a conoscermi!

Non permetto che si scherzi con me, il diavolo vi porti! Resterò qui finché ella non pagherà! Bit... che nervi, oggi, che nervi! Sono tanto nervoso che mi tre mano i polsi e mi manca il fiato... Ahi, mio Dio, mi sento male! (grida) Cameriore!

Luca (mira), - Clic vi occorre?

Smir. - Datemi del kvass o dell’acqua (Luca e*er). Guarda un po’ che logica! Occorrono denari ad un uomo, sotto pena d’impucagione, ed ella non paga perchè non è disposta ad occuparsi di affari!... Proprio una logica da donna! Fors; per questo non m’ò piaciuto mai e non mi piace discorrere colle donne. Preferisco stari* in una botte di polvere da sparo che discorrere con una cicliuà.

Brr! mi scorre il gelo sotto la pelle, tanto ini ha irritato questo modo di faro!

Ch’io veda di lontano una creatura poetica, subito mi sento fremere sino ai polpacci.

Una cosa da gridare «I soccorso.

Luca (entra l’gli porge Pacquei) - La signora è malata c non riceve!

Smir. - Non importa, non riceva... Io resterò qui, sino a che non mi darà i denari... Sarà malata una settimana, ed io starò qui una settimana... Sarà malata un anno cd io un anno... Ti tengo, cara padrona! Non mi commuovi col lutto, collo fossette alle guancio...

Le conosciamo queste fossette! (grida dalla finestra) Simone, stacca i cavalli! Non partiamo! Rimango qui’ Ti daranno l’avena alla scuderia per i cavalli! Animalo, hai di nuovo attorcigliato la briglia di. sinistra (si irrita) Nulla... non ti darò nulla! ti allontana dalla finestra). Si sta male... un caldo insopportabile; nessuno paga; ho passata una cattiva notte, c qui ancora questo velo di lutto con la disposizione di spirito... Mi duole il capo... Chi sa che un bicchiere di vodca?... Proverò... (grida) Cameriere!

Luca (entra) - Che vi occorre?

Smir. - Dammi un bicchiere di vodca! (Luca esce) Uff’(siede e si esamina). Non c’è che dire, sono in una bella condizione! Tutto impolverato, gli stivali sudici, non lavato, non pettinato’, persino questa paglia sul panciotto... La signora mi avrà creduto un assassino (sbadiglia). E’ abbastanza iucivilo presentarsi in un salone in questo stato, ma non importa... io qui non sono un ospite; sono un creditore, © per i creditori non è prescritto alcun abbigliamento...

Luca (entra e gli porge la voiica). - Voi andate troppo oltre signore...

Smir. (irritato) - Che cosa?

Luca - Oh... nulla... veramente...

Smir. - Con chi parli? Taci!

Luca (a parte). - C’ò capitato quest’orso...

Non è facile, (esce).

Sm in. - A che nervi! Sono così nervoso... mi pare che tutto il mondo sia avvolto di polvere da sparo... Mi sento male., (grida) Cameriere!

SCENA TERZA Smirnov l’Popova.

Popova (entra, abbassando gli occhi). • Mio caro signore, nella mia solitudine da gran tempo non sono più avvezza alla voce maschile © non sopporto le grida. Vi prego vivamente, non turbate la mia pace’ Smirnov.. Pagatemi e me ne andrò.

Pop. - Vi ho detto in buona lingua russa: per ora non ho denari, attendete due giorni.

Smih. - Anch’io ho l’onore di dirvi in buona lingua russa: j dchari m’occorrono, ma oggi.

Se oggi voi non mi pagate, domani sarò costretto ad impiccarmi...

Pop. - Ma che debbo fare se non ho denari?

Siete ben strano.

Smir. - Così voi non mi pagherete subito? no?

Pop. - Non posso...

Smir. - In tal caso resterò qui e attenderò finché non riceverò i miei denari (siede) Posdomani mi pagherete? Perfettamente!

Sino a posdomani siederò qui in questo modo...

Ecco, così... (scatta) Io vi chiedo: debbo pagare domani gli interessi, o no? Pensate forse che io scherzi?

Pop. - Mio caro signor©, vi prego di non pri.

dare! Non siamo iu una scuderia!

SiMiR. - Non vi ho parlato di scuderia, vi ho chiesto se domani debbo pagare gli interessi o no?

Pop. - Voi non sapete trattare con le donne!

Smir - Ma che! troppo bene so trattare con le donne!

Pop. - No, non sapete ’ Siete un uomo ineducato, grossolano, le persone per bene non parlano così con le donne.

Smir. - Ah, è meraviglioso! Come mi ordinate di parlare con voi? In francese forse?

(Si irrita e sibila jxirlando). Madame, jo vous prie... come sono felice che voi non mi pagherete... Ah, pardon, di avervi diturbata ’ Che bel tempo oggi! E, questo lut to come vi sta bene!

Pop. - Ignorante o grossolano!

Smir. (si irrita), - Ignorante e grossolano! Non so trattare con le donne’ Signora, nella mia vita ho visto molte più donne che voi non abbiate visto passer11 Tre volte per ragioni di donne mi son battuto in duello, dodici nc ho abbandonato, nove hanno abbandonato me © ora so perfettamente come trattare con loro! Si! Vi fu un tempo in cui mi rompevo la lesta, mi tormentavo, mi torturavo... Amavo, soffrivo, sospiravo alla luna, mi sdilinquivo, sudavo, gelavo...

Amavo appassionatamente, furiosamente, che il diavolo mi porti, ini agitavo — discorrevo come un pappagallo per l’emancipazione, prodigavo nei sentimenti teneri mezza la mia esistenza, ma ora — servo umilissimo’ Ora non mi ci prendete più! Basta!

Occhi neri, occhi appassionati, labbra vermiglie, fossette alle guancic, luna, sussurri»

tenero sospirare, per tutto questo, signora, io non darei ora due coj>echi di rame! Non parlo dei presenti, ma tutte le donne, dalla più piccola alla più grande sono stolide, smorfiose, jiettegole, invidiose, menzognere sino alle ossa del cervello, frivole, piccine, spietate, sragioncvoli e jicr quanto riguarda quest’organo (ti picchia alla fronti), scusate la franchezza, ma si possono darò dieci punti di più ad un pa.’sero che a un amabile filosofo in gonnella. Vedi una creatura poetica, mussola,, etoro, una sconidea, grandi entusiasmi, ma guarda nell’anima, il più volgare coccodrillo! (afferra per la spalliera una sedia, la sedia scricchiola e ti romj>e).

Ma ciò che più rivolta si ò che questo coccodrillo, non so perchè immagina cho suo capolavoro, suo privilegio o monopolio, sia la tenerezza dei sentimenti! Sì, mi porti pur il diavolo, impiccatemi a quel chiodo cqi piedi in aria, ma la donna sa amare qualcuno oltre il suo cagnuolo?... Nell’amore essa.«a soltanto piagmxoola.ro ed esaltarsi!

Dove l’uomo soffre e si sacrifica, tutto il suo amore si esprime così: volta lo strascico o cerca di prendere ancor più solidamente per il naso. Voi avete la disgrazia di essere donna, forso conoscete in voi stessa la natura femminile, ditemi in coscienza:

avete visto mai una donna sincera, fedele e costante? Non l’avete vista! Fedeli e costanti sono solo le vecchio o i mostri! Troverete più facilmente un gatto con lo corna o una mosca bianca che una donna fedele!

Por. - Di grazia, chi secondo voi è fedele e costante ncH’amorc L’uomo forse?

Smir. - Ma sì, l’uomo!

Pop. - L’uomo! (ride nervosamente) L’uomo fedele c costante nell’amore! Dite una novità!

(ardentemente). Ma che diritto avete di dir questo? Fedeli e costanti gli uomini!

Per mia esperienza vi dirò che di tutti gli uomini che io conobbi e conosco, il migliore era il mioi defunto marito.... Lo amai ap|>assionatamcnte, con tutto il mio essere, come può amare soltanto una giovane donna pensosa, gli diedi la mia giovinezza, felicità, vita, fortuna, respirai per lui, come un’idolatra, l’adorai, e poi? Quell’uomo, il miglioro tra tutti, m’ingannava nel modo più sfrontato ad ogni passo! Dopo la sua morte trovai nel suo tavolo una cassetta piena di Ietterò amoroso, o mentre era in vita — mi è terribile il ricordo! — egli mi lasciava sola per intero settimane, davanti ai miei cechi faceva la corto ad altre donno e mi tradiva, sciupava i miei denari, scherzava, sui miei sentimenti... Tuttavia lo amavo c gli ero fedele... E questo non è nulla: egli mori, od io gli sono ancora fedele e sono costante... Mi son seppellita fra quattro mura e porterò sino alla tomba questo velo di lutto...

Smir. (ride sprezzante.). - Il lutto... Non comprendo, per chi mi prendete? Come se non sapessi perchè portate questa nera cappa o vi seppellite tra quattro mura! Alla?niona ora! Ciò è così misterioso, poetico! Passerà presso il palazzo un cavaliere o un poeta, guarderà nella finestra e penserà: «Qui vive una misteriosa Tamara, che per amore del marito si seppellì fra quattro mura*. Conosciamo bene queste sciocchezze!

Pop. (scattando) - Che? Come osate dirmi tutto questo?

Smir. - Vi siete seppellita vivente, ma non avete dimenticato di vestire all’ultima foggia e di incipriarvi!

Pop. - Ma come osate parlarmi in questo modo?

Smir. - Non gridate, di grazia, non sono il vostro fattore! Permettetemi di chiamar le cose col loro vero nome. Non sono una donna e sono avvezzo a dire la mia opinione semplicemente! Fatemi il favore di non gridare!

Pop. - To non grido, voi gridate! Lasciatemi in pace ’ Smih. - Pagatemi «me ne andrò!

Pop. - Non vi darò i vostri denari»

ShiR. - No. no, me li darete.

Pop. - Ecco, per la vostra malvagità no» riceverete neanche un copeco’ Tra un anno li riceverete! Potete lasciarmi in pace Smir. - Non ho il piacere di essere vostro marito, nò vostro fidanzato, e perciò, per favore, non fatemi delle scene (siede). Non le amo affatto.

Pop. (sbuffando dolio rollerà). • Vi sidtc seduto?

Sm in. - Mi sono seduto.

Pop. • Vi prego di and&ryone.

Smih. - Datemi i mici denari... (a parte) Ah, che nervi! che nervi!

Pop. - Non amo parlare con gli sfrontati! Favoritc andarvene subito» (pauso) Non ve ne andate? No?

Smir. - No.

Pop. - No?.

Smir. - No’!

Pop. Benissimo.’ (suona- entra Luca). Luca, fa uscire questo signore!

Luca (si avvicina a Smirnov). - Signore, favorite uscire quando ve lo ordinano! Qui non c’è nulla...

Smih. (scottando).. Taci! Con chi parli?!

Luca (si stringe il cuore).. Padroncina... di grazio... (code sul seggiolone). Oh, che male’ Mi manca il fiato!

Pop. - Dov’ò Dascia! Dascia! (suona) Lascia!

Pelagia! Dascia! (suona).

Luca. - Ah! Sono, tutti a passeggio... Non c’è alcuno in casa. Sto male! Un bicchier d’acqua!

Pop, - Favorite andarvene subito!

Smir. - Non vi spiacerebbe forse essere più gentile?