Pagina:Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu/206

Da Wikisource.

parte prima 135

o simboli.1 La dottrina dei Tantra, oltre a queste cose, vuole che colui che fa scongiuri e incantesimi, sia uomo pure, integro, o come dicono i buddhisti, vaso eletto (vas electionis) capace di ricevere i segreti magici: e vuole pure la contemplazione e la meditazione. Una consacrazione speciale è pure necessaria per chi s’accinge a operare gli incanti, senza la quale non si può ottenere nessun resultato. È d’uopo ancora scegliere accuratamente il luogo dove deve farsi l’incantesimo; esaminare le relazioni che passano fra il maestro o sacerdote e il discepolo da consacrarsi; devesi tracciare un circolo o Mandala, per stare al sicuro da ogni cagione di disturbo; quindi innalzarvi un altare nel mezzo, e finalmente procedere alla cerimonia della consacrazione: dopo ciò l’iniziato si dà alla contemplazione.

Procedendo per tal modo, il devoto, quando ha scrupolosamente soddisfatto a tutti i riti di quella cerimonia, e condotto così l’incantesimo a termine con buon successo, può identificarsi, anche in questa vita, con una qualsiasi divinità buddhica. Per ottenere questo, il religioso non ha a fare altro che contemplarsi e considerarsi nella forma della divinità che ha preso per modello; facendo del suo corpo, del suo spirito, della sua parola, il corpo, lo spirito, e la parola di quella divinità. Per intendersi, è necessario notare, che, secondo gl’insegnamenti di questa scuola, l’uomo si compone di corpo, spirito e parola. Ora, perchè il devoto possa identificarsi con queste tre parti costituenti l’Essere, esso deve primieramente rivol-


  1. Questa ripetizione della formula deve esser fatta un certo determinato numero di volte a seconda dei casi; a quest’uopo i Buddhisti adoperano delle corone simili a quelle che da noi si usano per dire il rosario. V. Wassiljew, p. 192.