Pagina:Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu/283

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212 parte prima

quali precedette quella dei Sûtra, e, a più forte ragione, quella degli Abhidharma. Infatti, nelle adunanze dei Bhikshu dei primi tempi della religione, le quali si tenevano ogni mese, non viene detto che i monaci leggessero, o meglio recitassero i sûtra; ma è bensì narrato, che la confraternita, radunata all’aperto, ascoltava la recitazione ripetuta dei precetti disciplinari dell’ordine, che formano il Vinaya. Questa raccolta è inoltre quella che hanno di più comune fra loro le diverse scuole; le quali, non ostante la loro straordinaria diversità di Opinioni filosofiche e dommatiche, in questa parte della letteratura sacra hanno discrepanze di pochissimo rilievo (Wassiljew, p. 17). Siffatta unità, nei precetti disciplinari delle varie comunità monastiche, prova anch’essa, che il Vinaya fu compilato prima delle altre parti del Tripitaka: quando cioè nel clero non erano ancora nati gli scismi che lo divisero. È pure da notare, che nel primo concilio tenuto a Vâiçalî i monaci contemporanei di Çâkyamuni non discussero su le idee religiose sui dorami, ma intorno alle cose concernenti la disciplina della vita monacale. Infine, come prova della priorità del Vinaya, su le altre scritture, si può aggiungere, che alcuni dei più antichi sûtra non furono fatti con altro fine, che di spiegare i precetti del Vinaya stesso.

Il Vinaya pitaka non è pertanto, come ora ho detto, la esposizione delle dottrine der Buddhismo, mia una raccolta di leggi e di comandamenti, compilata ad uso di coloro, che volevano consacrarsi alla vita di Bhikshu. Questi scritti si propongono lo scopo di unire i monaci in fraterna comunità, di condurli alla perfezione, di procacciar loro la tranquillità dello spirito; e di insegnare a signoreggiar le passioni, a fuggire il peccato e finalmente a liberarsi dal giogo della vita presente e della futura. Insomma, quantunque l’esame dei libri che formano il Vinaya, ci mostri che essi andarono soggetti ad una elaborazione successiva, il lor contenuto ci prova però chiaramente, che nel tempo di questa elaborazione il Vinaya stesso non richiedeva, come cosa necessaria, la esistenza delle due altre parti del Tripitaka. (Wassiljew, p. 81-82).