Pagina:Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu/396

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parte seconda 321

poi altre tabelle, coi nomi degli antenati di lui, dei principali discepoli, e di coloro che si resero più celebri nelle lettere. Nel primo giorno di ciascun mese si fanno offerte di frutta e vegetali; e nel quindicesimo giorno si bruciano solennemente incensi. Il collegio imperiale che trovasi nella capitale della Cina, ha anch’esso un simile tempio; e il monarca in persona prende parte alla cerimonia, che vi si fa due volte l’anno. Il Figliuolo del Cielo, in tale occasione, s’inginocchia dinanzi alla tabella col nome del filosofo Khung, batte sei volte la testa in terra, ed esclama: «Grande sei tu, o perfettissimo Saggio! la tua virtù è piena, sublime la tua dottrina. Tu, onorato da tutti i re, sei il più grande de’ mortali. O patrono di questa scuola imperiale, ac-


    quest’ultimo modo furono notati con onore postumo i dieci più famosi discepoli di Confucio: vedi n.° 2, pag. 316.
    Confucio poi, come il più chiaro dei Cinesi, ebbe molte di siffatte onoranze. Ai principe di Lu, poco dopo la morte del Filosofo, dettegli il titolo modesto di Ni-fu, ossia «Padre Ni», o «Venerabile Ni». Più tardi i diversi imperatori della Cina gli dettero quegli epiteti pomposi, coi quali nelle tabelle dei templi è generalmente chiamato. Ecco questi titoli, per ordine di tempo:
    L’imperatore Ping degli Han (1-6 d. C.) gli decretò il titolo di Pheu-chêng-hsüan-ni-kung, ossia «Il Molto perfetto e illustre nobile Ni»; l’imperatore Ho degli Han (89-106), quello di Pheu-tsun-kung «Molto venerabil signore»; l’imperatore Wên dei Sui, quello di Hsien-shih-ni-fu «Padre Ni primo maestro»; l’imperatore Thai-tsung (627-650) dei Thang, quello di Hsien-shêng «Primo savio»; l’imperatore Kao-tsung (650-684) pure dei Thang, quello Thai-shih «Gran maestro»; l’imperatore Yüan-tsung (713-756) anche dei Thang, quello di Wên-hsüan-wang, «Illustre sovrano delle lettere»; l’imperatore Cên-tsung (998-1023) dei Sung, quello di Yüan-shêng-wên-hsüan-wâng «Sovrano illustre delle lettere e profondissimo savio»; titolo che più tardi lo stesso imperatore cambiò in Chih-shêng-wên-hsüan-wen-hsüan-wâng, «Sovrano illustre delle lettere, eccellente e perfetto».