Pagina:Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu/425

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350 parte seconda

(Li-ki); e aggiunge, che avrebbe anche desiderato di spender alquanti anni intorno all’Yi-king, s’egli fosse stato più giovane: del Chun-thsiu, nemmeno una mezza parola!».

Questo è il sunto della lunga lettera dell’erudito cinese: ed io convengo pienamente con lui. Ma sia o no di Confucio, la Cronica di Lu è un documento storico, sulla cui antichità non può cader dubbio: potrà esser guasto dal tempo, ma è certo contemporaneo agli avvenimenti che registra. Quel che però dà un valore grandissimo al Chun-thsiu, è il Commento di Tso Khiu-ming; il quale è chiamato dal Legge il più prezioso tesoro letterario, che sia pervenuto alla posterità dalla dinastia dei Ceu. Questo commento, toltone alcune interpolazioni che vi vennero fatte in diversi tempi, può tenersi per genuino. L’autore lo compilò su i documenti dell’archivio di Stato, dando ai fatti che esponeva una veste abbastanza elegante; sicchè il libro appare lavoro di letterato e d’erudito perfetto, pe’ suoi tempi.

§ 6. — Il Chun-thsiu è l’ultimo degli Wu-king; e siccome dicendo di esso siamo oramai entrati nell’argomento: — qual sia stata l’opera di Confucio nella compilazione di questa parte de’ Libri sacri della Cina, — sarà d’uopo continuare. La prima domanda che si fa innanzi è questa: i King sono essi scritture del nostro filosofo; o vi erano già prima di lui? Che nella Cina fossevi da gran tempo una letteratura assai importante, è cosa che si può tener per certa; e la esistenza dei King stessi, che si credono comunemente opera dì Confucio, stanno a provarlo. I materiali che compongono quei libri, dovevano esistere da varii secoli; inquantochè gli odierni testi, a chi ben li consideri, non appaiono che avanzi di qualcosa di molto più antico. La tradizione e la storia poi