Pagina:Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu/50

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introduzione xlv

accade specialmente, dove si raccomanda il rispetto per la vita degli animali. Per esempio, non è raro trovare precetti di questa sorta: «Fate avanzar sempre un po’ di riso pe’ topi, e non accendete la lampada per timore che le farfalle vi si brucino». E si racconta tra le altre, in uno scritterello intitolato Yin-cih-wên (Trattato de’ segreti favori celesti), attribuito dai Taoisti ad una delle loro divinità, che un uomo, per avere con un ponticello fatto d’una pagliuzza salvato la vita a una formica ch’era per annegarsi, ebbe dal Cielo d’esser fatto magistrato; e che più tardi avendo dato sepoltura a un serpe, diventò ministro.

Ad ogni buona come ad ogni malvagia opera il Kan-ying-p’ien promette ricompensa o pena; e con una serie di racconti, che fanno del libro cinese una specie di trattato di morale in azione, vuol dimostrare come il tale e il tale altro si sia guadagnata la felicità, o tirata addosso la sventura, secondo le buone o cattive azioni da lui fatte. La ricompensa più spesso promessa ai buoni è la longevità; come ai cattivi vien fatto credere, che i Genii, i quali veggon tutte le operazioni degli uomini, abbrevieranno loro la vita d’un numero più o men grande d’anni, secondo la pravità dell’azioni commesse. E così dall’idea della longevità data in premio agli uomini dabbene si viene anche per questa via, senza l’aiuto del beveraggio menzionato di so-