Pagina:Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu/7

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II introduzione

i popoli del mondo, non sarebbe apparsa ultima nel campo dello scibile umano. Ma come accade a colui che possedendo un gioiello di gran prezzo, il cui splendore offusca ogni altro, lo custodisce con gelosa inquietudine, e diventa dispregiatore dell’altrui; così noi, che possediamo la sola vera fra tante false religioni, la sola buona, secondo quel che noi stessi affermiamo, abbiamo trattato spesso con troppo dispregio, a scapito grande della scienza, ogni culto diverso dal nostro; e, doloroso a dirsi, abbiam visto perciò la intolleranza religiosa più acerba e crudele presso le nazioni cristiane, la cui religione pur si fonda sopra la carità, e l’amore del prossimo. — Abbiamo persino negato di chiamare col loro proprio nome uomini e divinità straniere; e co’ nomi d’idolatri e d’idoli, si è non di rado designato ogni seguace di un culto, e gli oggetti d’ogni culto che non fosse quello da noi professato.

È curioso oggi vedere, come nei vecchi libri, dove si parla di religioni di popoli lontani, si affermino le più risibili cose. I Buddhisti, a mo’ d’esempio, «offrono doni e sacrifici al Diavolo»; anzi «gli offrono anche delle fanciulle, che vengono chiamate le spose dell’Idolo, e che sono poi destinate a diventare donne pubbliche».1 C’è stato chi ha preteso di riconoscere l’apo-


  1. Pozzoli, Dizionario d’ogni mitologia, t. i. p. 329.