Pagina:Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu/83

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12 parte prima

lasciare la parte evidentemente leggendaria, là dove essa serviva a ben dipingere alcuni episodi, o a esprimere vivamente i sensi che animavano il fondatore delle dottrine che anderemo studiando.1 Chi avesse vaghezza di farsi addentro nella critica di queste leggende, potrà con frutto leggere lo scritto del Senart, Essai sur la Legende du Bouddha, inserito nel Giornale asiatico francese.2

Il Buddha apparteneva alla famiglia de’ Çâkya,3 che portava anche il nome di Gâutamide,4 e che teneva il


  1. Una osservazione importante intorno alle diverse leggende che si conoscono, è questa: che nella narrazione dei minimi incidenti della vita di Gâutama si trova moltissima conformità in tutte le tradizioni, ci provengano esse dal Tibet come dal Ceylon, dal Barma come dalla Cina. Mentre d’altra parte vi sono differenze notevolissime nel racconto di certi fatti soprannaturali, dei diversi miracoli attribuiti al Buddha, in tutto quello insomma che venne aggiunto dai più religiosi di un tempo più recente; e che in gran parte lasceremo in non cale, nella compilazione della biografia di Çâkyamumi.
  2. Agosto-settembre 1873, t. ii, num. 6, p. 113; e aprile-marzo 1874, t. iii, p. 249.
  3. Donde è venuto il nome di Çâkya-muni, l’eremita o il saggio della famiglia Çâkya, che si dà al fondatore del Buddhismo. Sulla stirpe dei Çâkya vedi: Csoma de Körös Origin of the Shâkya race, notizie tratte dal Kangyur e tradotte dal tibetano nel Journal of the Asiatic Society of Bengal, vol. ii, Calcutta, 1833. — The ancestors of Gôtama Budha, cap. iv del Manual of Budhism dello Spence Hardy. — Fausböll, Die Pâli-Lgenden von der Entstehung des Sàkya-und Koliya-Geschlechtes. 8.° p. 26 Berlin, 1862 (Weber, Indische Studien, v); e sulla stessa leggenda pali, vedi anche: A. Weber, Monatsberichte der Berliner Akademie, marzo 1859.
    Le leggende fanno del Buddha un discendente de’ Sûryavansa, o figliuoli del sole, che da tempo immemorabile regnavano sull’India, come Cakra-vartas.
  4. Gâutama, come s’è detto, è altro nome, col quale spesso vien chiamato il Buddha: in siamese Samono-kodom (= Çraniana