Pagina:Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu/92

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parte prima 21

gono all’uomo i pochi beni che la natura gli diede, e ne distruggono a poco a poco i sensi, le forze, il corpo: lo divorano e lo conducono alla morte.... La vita è come un lampo.... L’essere più caro, più amato, dovrà un giorno scomparire per sempre: come una foglia caduta nella corrente di un fiume, passa, trascinato dall’onda del tempo; si mostra un istante ai nostri occhi e non ricomparisce mai più».1 Il padre per toglierlo da questi tristi pensieri, pose in opera ogni sorta di allettamento; gli aprì i tesori del reame, ed ebbe cura che ogni suo minimo desiderio fosse di subito soddisfatto. Io non ho che quattro desiderii, diceva allora a suo padre: godere d’una giovanezza che non perisca mai e d’una vita non insidiata da’ morbi, poter vincere la morte e gioire d’una felicità costante e serena; che mezzo avete voi per renderli paghi?

Invaso da sì profonda malinconia, presto ebbe a provare il giovane principe un sentimento vivissimo di pietà e di compassione per tutta l’umana famiglia; che egli vedeva senza guida e senza conforto, avvolta come da un’atmosfera d’infelicità, dalla quale non trovava modo


  1. Lalitavistara.
    Oltre queste tre apparizioni, tutti gli scrittori buddhisti fanno menzione d’una quarta, quella d’un religioso mendicante o bhikshu, che Siddhârtha incontrò in altra sua passeggiata. La vista di quel santo uomo, il quale, avendo domato le passioni ed i sensi, s’era liberato dai mali dell’esistenza, fece nascere nel principe l’idea di ritirarsi dal mondo e farsi anch’egli eremita. Quest’episodio dell’apparizione d’un religioso starebbe a provare, che l’ordine dei monaci mendicanti esisteva nell’India innanzi la venuta di Gâutama buddha, la quale cosa sarebbe molto probabile, attesochè la mendicità è comune, in alcune religioni orientali, al Brâhmanismo e all’Islamismo, come al Buddhismo.