Pagina:Il Catilinario ed il Giugurtino.djvu/158

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il giugurtino 107

e appresso loro medesimi era l’avere dellla camera, le Provincie, le dignità, le glorie e gli trionfi (a)1: il popolo era costretto e delle milizie e della loro medesimo bisognanza2. Le prede delle battaglie gl’imperadori .con gli detti pochi ripiano e dipurtiano: e infra questo li padri, eh’erano vecchi, ovvero gli figliuoli di quegli popolari, ch’erano nell’oste del comune, siccome egli erano vicini o aveano confini di possessioni appresso ad alcuno de* grandi, erano scacciati di loro beni. E così con la loro potenzia, e per la loro avarizia, senza modo e temperamento veniano nell’altrui, assaliano, e guastavano3. tulio, ninna cosa appcnsala nè buona avea-ii", infino a tanto ch’eglino sè medesimi sì straboccarono e guastarono2. Chè sì tosto come degli grandi furono trovali alcuni, li quali verace gloria anliponeaDo alla ingiusta potenzia, cominciossi a muover tutta la città, e a venire la cittadinesca discordia, in modo d uno grande permischia-mento di terra, e useinne mólto di male. Chè, poiché Tiberio e Gojo Gracco, li cui maggiori nell’affìicana e allre guerre aveano mollo accresciuto alla repubblica4, cominciarono a volere rendere libertà al popolo, e manifestare le iniquilà de’pochi; gli grandi, essendo colpevoli o nocenti, imperò molto temendo, si misono a contrastare agli Gracchi con gli compagni5 di Roma, e con gli nominali Latini, e ancora lalora con la gente da Catullo di Roma, la quale, per ispcranza d’aver compagnia con gli grandi, s’era dal popolo dipartita: sicché gli grandi prima Tiberio, e poi, dopo pochi anni, entrando G<>jo per quella medesima via ( uno Iribjiuo, e un altro officiale e signore sopra lo menare delle colonie (b)6 ), e simiglianlemenle Marco Fulvio Fiacco, aveano morti a ferro7. Rene è vero che gii Gracchi nel desiderio del \ intere mostrarono assai ismode-ralo animo: ma meglio è che uomo sia tinto mantenendo suo buon costume, che non è il vincere a costume c modo crudele e reo. Gli grandi quella vittoria usuiouo a tutta sua voglia8, e molli uomini o per ferro o per fuga feciono morire: allora per gli temporali, chi! doveano venire, s’accrebbono più paura che potenzi*. I n qual cosa spesse, fiate ha già sottomesse grandi città; quando l’un l’altro \uole vincere in qualunque sia

  1. (ciré, gli onori delle viltorie).
  2. era costretto e delle milizie e della loro medesima bisognatila) Costringere qui sta per l’urgere de’Latini, cioè vessare, angariare, e non si trova nel Vocabolario in questo senso, uè così vorremmo che si adoperasse.— Ancora si avverta clic </<7/r quisla per dalle .-— Hisognanza è vote aulica da non usare, e vale lo stesso che bisogno.
  3. si straboccarono e guastarono) Straboccare è lo slesso che traboccare, ma è di più forza, e qui sta adoperalo figuratamente per/wr//»/a/», gettare in fondo.
  4. aveano molto accresciuto alla repubblica, cioè aveano accresciuto molto impero, mollo potere alla repubblica.
  5. compagno qui sta per alitalo. Vedi la n. 2 alla pag. 73.
  6. (cioè sopra li popoli, de’quali li Komani non fidandosi gli tramutavano in loro contrada).
  7. morii a ferro .cioè morii conferro o di ferro: chè qui la particella a sta por con.— Quest’ultima parte del periodo c siala rettificata così dal Belli, coni’ajuto del testo Ialino. La stampa leggeva cosi: sicché gli grandi prima uccisono Tiberio; e poi dopo pochi anni, entrando Ga-jo tribuno, per quella medesima via, e un al-Irò officiale c signore sopra lo menare delle colonie, e simigliantemente Marco Fulvio Fiacco aveano morto a ferro.
  8. a tutta sua voglia) Qui sua sia in iscambio di .’od; il che può farsi talvolta quando non tu-