Pagina:Il Dio dei viventi.djvu/12

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donna corsero a quella sedia vuota subito illuminandosi di lagrime: il suo viso però non si scompose, sottile acuto, con qualche cosa che ricordava a Zebedeo la faccia della faina.

Egli la guardava in silenzio. Tu non mi imbrogli con le tue lagrime, pensava, osservando ch’ella era vestita completamente di nero come una vedova, con un giubbettino che dava risalto alle forme procaci del seno.

— E il ragazzo? — domandò poi bruscamente.

— È già a letto: non sta molto bene.

— Cos’ha? — egli insistè con premura esagerata. — Se sta male devi curarlo. Chiama il dottore. Il dottore è obbligato a venire, quel mangia tutto, che lo possano ammazzare entro otto giorni.

La sua voce era squillante sebbene egli parlasse a denti stretti scandendo le parole, con pause profonde fra un periodo e l’altro, come suonasse una campana e per il primo desse ascolto ai rintocchi.

Anche il suo sdegno contro il dottore