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Nel veder Bellia seduto a tavola a far colazione, il suo viso, al solito, si rischiarò; era come se un raggio di sole lo illuminasse, ogni volta che vedeva il figlio; come se la freschezza e la bellezza del giovane si riflettessero sul suo viso torvo.
Ma subito distinse la mano gonfia, che zia Annia aveva giudicato bene di non fasciare, e riprese la sua maschera scura: e cominciò a sgridare Bellia, invece di confortarlo.
— Tu fai le cose sempre di tua testa, come se non abbi un padre nè una madre. Se ieri non inforcavi quella maledetta bestia non ti accadeva nulla: se non avevi fretta di recarti lassù, in quel maledetto luogo, non ti succedeva questo guaio. Ma a te non importa nulla di dar dispiacere ai tuoi, pur di fare il tuo piacere: mentre noi, se occorre rischiamo anche l’inferno per te.
Bellia continuava a mangiare tranquillo, solo abbassava gli occhi per guardare la sua mano, come se i rimproveri del padre fossero rivolti a lei sola.
Per conto suo la mano pareva si sfor-