Pagina:Il Lago Maggiore, Stresa e le Isole Borromee - Vol. 1.pdf/179

Da Wikisource.

— 160 —

sto punto. Ecco in qual modo ci descriva la condizione de'nostri al tempo de'Clefi e del governo dei duchi. His diebus, scrive (II, 32), multi nobilium Romanorum ob cupiditatem interfecti sunt, reliqui per hospites (altri leggono hostes) divisi, ut tertiam partem suarum frugum Longobardis persolverent, tributarii efficiuntur.

Diverse sono le interpretazioni che si danno a questo passo dagli eruditi1. La più comunemente accettata è che gli antichi abitanti divisi tra i Longobardi furono obbligati a pagar loro il terzo dei prodotti delle loro terre, se possessori di fondi (o de'loro guadagni, altri aggiungono, se artieri viventi nelle città), ridotti perciò alla condizione di tributarii, detti anche per questo tertiatores, non però di schiavi, come pretendono alcuni. Quanto alle imposizioni personali non sembra farsene più menzione, ed è opinione del Savigny (l. c. p. 261), che queste fossero allora abolite.

Quanto tempo abbia durato questo stato di cose, non si può dire; sono però alcuni di avviso, tra i quali è il nostro Balbo (l. c. p. 79), che i Longobardi tuttochè rifuggissero dal lavoro manuale, non meno che dalla coltivazione del suolo, pur col tempo, omai sicuri della loro conquista, si risolvessero al modo più mite di prendere il terzo, cioè non più in frutti, ma in terre. Checchessia di questa opinione, e' pare, che la cosa dovesse nondimeno riuscire a questo termine anche per altre ragioni, non fosse altro per quella delle alterazioni, che subiscono inevitabilmente le proprietà fondiarie col processo del tempo. Sicchè non è a dubitare che una gran parte pure de'Longobardi divenissero per questo mezzo proprietarii di lati fondi. Nel libro seguente avremo occasione di riconoscerne alcuni anche sulle sponde del nostro Lago.

Ricercano poi gli eruditi, se i Longobardi abbiano lasciata intatta l'antica costituzione dei vinti e la libertà municipale ro-

  1. Si possono vedere presso il medesimo Savigny l. c. o. 250 e segg., dove illustra questo passo anche con esempi ponendolo altresì a confronto coll'altro dello stesso Paolo (III, 16): Populi tamen aggravati per Longobardorum hospites partiuntur. Altri leggono pro Longobardis hospitia partiuntur.