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monastero di Bobbio, uno dei fari più luminosi in quei secoli oscurissimi, che succedettero a questo. Nè è da tacersi a lode di Agilulfo, ch'egli sborsò grosse somme di danaro per riscattare gl'Italiani fatti schiavi dai Franchi, come ci attestano Gregorio Turonense nella sua storia (X, 3), Fredegario nel Cronico (c. 13) e Paolo Diacono (l. c. IV, 1).

Più tardi Ariberto I edificò in Pavia la Chiesa di S. Salvatore, compiuta l'anno 660, e riccamente da lui dotata, e Liuprando nel 728 in quella stessa città il monastero chiamato di S. Pietro in cielo d'oro1, al quale fece dono tra le altre cose anche della corte di Vergonte (Verguntum) col diritto di pesca nel fiume Toce, dono riconfermato poi da Corrado il Salico con suo diploma del 24 gennaro 10332. Questa co-

  1. Si suole riportare a favore di questo monastero una carta del 2 aprile 712 con titolo: Liutprandi Longobardorum regis praeceptum pro monasterio Papiensi S. Petri in coelo aureo, dietro l'apografo del XII secolo esistente nell'Archivio si S. Fedele in Milano; sul quale documento merita di essere riferita la nota che vi appose il Co. Porro: «Benchè questo diploma sia evidentemente falso e ne darò le prove, pure credo opportuno di pubblicarlo, perchè fu probabilmente steso su dati autentici e tradizioni esistenti nel monastero di S. Pietro in cielo d'oro, e perchè importante per la corografia.» È questo il primo documento da lui pubblicato nel Codex diplom. Longob. già citato. Siccome in esso sono ricordati più luoghi che ci riguardano, per la stessa ragione credo opportuno anch'io di riferirne quel brano, che ci può tornare di qualche utilità all'illustrazione di alcuni luoghi intorno al Lago Maggiore: Et in Archiepiscopatu Mediolanensi Gerencianum (Gerenzano) et in Turao (Turate) et in Mazao (Mozzate) et in Vetegnano et Casteno (Castano) et in Giano (Sangiano) et in Besezola (Bizzozero, o Besozzo) et in Scamno (Schianno) et in Gavirado (Gavirate) et in Ispira (Ispra) et in Bardelo (Bardello) et in Balaxe (Barasso) et in Orgiano (Oriano), et in Bernade (Bernate) et in Tranzago et in Calariade et in Azemonio (Gemonio) et in Curigl et in Olino (Orino) et in Aei (Azzo) et in Traveglo et in Mercuralo (Marchirolo) et in Lavenna (Lavena), et in Maglacciso (Malghisio) et in Blagmugno et in Cumano et in Canobio (Canobio nel Canton Ticino) et in Beligno (Blegno o Blenio) et in Leventina (Val Leventina) et in Valle Mazia (Val Maggia) et in Atigna (Val Sassina) et in Gambarogo (Gambarogno) et in Telamo cum ecclesiis inibi fundatis, etc. Accennerò da ultimo che del preceptum Liudprandi vegis è menzione nel diploma di Corrado, di cui nella nota seguente.
  2. Fu pubblicato dal Muratori, Antiquit. Ital. T. 2, p. 259 e segg. È notevole che in questo diploma si nomina bensì Liutprando qual fon-