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municipii propinqui, tra i quali buona parte toccar dovette Milano: abbiamo inoltre veduto, che Oscela conservò il titolo di città, ch'essa dovette aver certamente anche all'epoca Romana, pure sotto il Dominio dei Longobardi secondo la testimonianza dell'Anonimo Ravennate. Ora poi vediamo che essa dovette conservare la sua antica importanza egualmente sotto il Domionio dei Carolingi, argomentando questo dall'esistenza in essa di un antico castello, e dalla costruzione di un nuovo; onde anche sede dobbiamo dire che fosse di un castellano o di un giudice, che dir si voglia: la qual cosa ci viene attestata dal trovare colà pure residente un notaio del sacro palazzo per la confezione degli atti o stromenti di qual sia genere. Ravviciniamo queste notizie all'altra, che ricaviamo dal Diploma di Arrigo, dell'esistenza cioè nell'Ossola di una parte pubblica, sotto il quale nome abbiamo detto doversi intendere il fisco regio: e noi avremo da tutti questi dati, se grandemente non erro, un indizio più che bastevole per giudicare che l'Ossola fosse già proprietà regia, e come tale spettasse ai re d'Italia.

Scrivono a questo proposito il Co. Vesme e il Fossati in quell'eccellente loro lavoro, che h per titolo: Vicende della proprietà in Italia dalla caduta dell'Impero Romano sino allo stabilimento dei feudi1, che presso i Longobardi il pubblico o la parte pubblica, ovvero pubblica in modo assoluto, era chiamato il patrimonio regio, ossia il fisco; che estesissime erano allora le possessioni regie (e noi avremo più innanzi occasione di vederne non poche sulle sponde del nostro Lago), e che appartenevano ad essi re intere città, ville, castelli, corti e feudi.

Niuna maraviglia pertanto che, trovandosi nel nostro Diploma la detta formola (parte publica), l'uso della quale dovette passare dai Longobardi ai Carolingi, e quindi ai lor successori2 niuna maraviglia, diceva, che anche l'Ossola potesse

  1. Fu pubblicato nel Tomo XXXIX delle Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino l'anno 1836, donde anche se ne trassero più copie a parte.
  2. Per confrontare di un qualche altro esempio l'uso di questa formola dell'XI secolo riferirò le parole che si leggono in un Diploma di re
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