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S. Pietro di Breme; per la qual cosa ne giova nuovamente conchiudere, che la sola confusione fatta di questo con quello fece sì che il nostro abbia potuto attribuirsi al Contado di Seprio, al quale non credo abbia mai appertenuto. Con questo noi abbiamo potuto eziandio rettificare e meglio circoscrivere i limiti di esso Contato alla sola sponda Orientale del Lago Maggiore. Veniamo ora a parlare del Contado di Stazona.


CAPO V.


Del Contado di Stazona ossia Angera


L'esistenza di questo Contado secondo alcuni sarebbe anteriore a quella di tutti gli altri del Milanese e dell'epoca stessa dei re Longobardi. Si allega a questo proposito l'autorità di una carta del mese di aprile dell'anno 736, contenente la donazione fatta da Aldegonda duchessa e da Desiderio figlio di Lei e del quondam Ermenulfo duca di Toscana di tutti i loro beni, situati appunto nel Comitatu Stationensi, al Monastero di S. Ambrogio di Milano. Ma questo documento contrasta al fatto storico da noi già conosciuto dell'origine de'nostri contadi, e dobbiamo perciò dichiarare ch'esso è assolutamente falso.

Alla stessa guisa che vi furono a quando a quando, nei secoli scorsi segnatamente, degli impostori di pietre scritte, furonvi anche degli impostori di pergamene, tra quali presso di noi divenne famoso nel secolo XVII il notaio G. B. Bianchini, al quale dobbiamo il Documento testè citato e che trovasi nell'Archivio di S. Fedele in Milano. Questi approfittando, come scrive il Co. Luigi Porro nelle annotazioni al Codice Diplomatico Longobardo già citato (alla pag. 137), dell'ignorante vanità di alcuni signori per far rimontare la origine della loro famiglia ad una remota antichità, inventò più carte, la cui fal-