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oliveti vi possedeva il vassallo Eremberto, e più casolari, ben possiamo da questo stesso argomentare, che tutto il suolo coltivabile in essa era diviso tra più proprietari. Tra le varie denominazioni particolari di questi fondi sembra che uno vi fosse chiamato Caona, se le parole che ce lo indicano, realmente, come appare probabile, si devano intendere di luogo ad essa spettante. Di che ne viene eziando ch'essa dovesse essere ordinariamente spoglia di abitatori.

Che poi tale sia stata la sua condizione anche in epoche a questa posteriori, ce lo attesta il B. Andrea nella Vita di S. Arialdo nell'XI secolo e cel dichiara espressamente nel XVI il Ven. Bescapè nella sua Novaria1, insengnandone ch'ella fu mai sempre priva di abitatori. Nè questo può incontrare difficoltà alcuna ad ammettersi, qualora si consideri la sua posizione dall'una parte troppo discosta da terra ferma e la sua piccolezza dall'altra per poter soddisfare ai bisogni di qualsiasi popolazione.


CAPO VII.


Della coltivazione degli olivi ab immemorabili sulle sponde del Lago Maggiore comprovata con altro documento inedito dell'epoca stessa dei Carolingi


Ma quella ch'è di un'importanza relativamente anche maggiore delle altre testè discorso è la notizia che ricaviamo dal nostro documento della coltivazione degli olivi in quest'Isola,

  1. Ivi alla pag. 134 leggiamo: Insula S. Victoris in medio fere lacu est, in qua olim Ecclesia S. Victoris parocchialis Isellarum cum coemeterio et usitato tempio S. Iohannis Baptistae ad usum baptisterii, et habitatoribus fere sempre: num hic, ut plerisque locis in continenti, ecclesia parocchialis remotier fuit ab habitatoribus. In appresso ricorda essere stata questa Isola data in enfiteusi al Co. Lancillotto Borromeo, exceptis ecclesiis memoratis et coemeterio.