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al Maloia, ed in modo speciale quella occupata dai Laghi e dall'alto bacino della Sesia e dei suoi afflulenti1


CAPO II.


Descrizione del Lago Maggiore.


Il Lago Maggiore è presentemente così chiamato, non già perchè sia il maggiore d’Italia, ma sì in comparazione de’ molti altri minori che gli fanno corona, e vi portano per mezzo dei loro emissari il tributo delle proprie acque. Si estende da Nord al Sud tra i 45.° 37.' o 46.° 3.' di latitudine boreale, e tra i 26.° 4.' e 26.° 28.' di longitudine orientale, calcolata dal meridiano di Parigi. E’ collocato tra il Regno, come pochi anni or sono chiamavasi, Lombardo-Veneto, gli Stati Sardi e la Svizzera, che ne possiede tuttora la parte più piccola, cioè un quarto circa della sua superficie, la quale si calcola di 30,000 ettari, o 215 mila chilometri quadrati.

  1. Così il P. F. Denza, direttore dell'osservatorio del B. Collegio Carlo Alberto in Moncalieri nella sua Memoria sulla distribuzione della pioggia in Italia nell'anno meteorico 1871-72 pubblicata in Torino negli Annali della R. Accademia di Agricoltura. Una conferma poi di queste osservazioni l'abbiamo nelle pioggie torrenziali, che infestano di frequente le sponde del nostro Lago. Prova ne sia quello dello scorso ottobre (1873), che per tacere di tanti altri danni recati ai luoghi contermini, devastò buona parte della campagna di Stresa, rovinò ponti, e colmò i torrenti Crè, Pizzo e Fiumetta che precipitosi correvano al Lago, di arena e di sassi, de' quali copersero altresì le vie invadendo anche parecchie case, con grandissimo spavento degli inquilini. A memoria d'uomo non s'era vista somigliante rovina, né concepito tanto terrore: solo qualche cosa di simile si rammentavano alcuni nel 1827, ma soltanto rispetto al torrente Crè. — Si possono consultare intorno a queste osservatorii anche il Riassunto del medesimo P. Dienza delle osservazioni meteoriche eseguite nelle stazioni presso le Alpi italiane nell'anno 1872-73 pubblicate ivi stesso: e la Circolare e Norme per le osservazioni meteoriche pubblicate dal ministro Torelli in Torino l'anno 1863 e gli Atti del Club Alpino