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particolare di questi due laghi, che al principio di maggio compariscono in essi certi pesci ornati di squamme spesse ed acute a guisa di chiodi e che dopo quel mese più non si veggono (1). Scrive il Morigia che Plinio intendeva, senza nominarlo, di parlare del pesce pigo (il cyprinus pigus dei naturalisti), che solo si trova in ambodue questi laghi, e ce lo descrive col capo tondo, col muso serrato ma molto in fuori, e colla bocca mediocre senza denti (2). Il Co. Giulini (Part. III, p.85) conferma il detto del Morigia e soggiunge, che la ragione, per la quale quei pesci più non si veggono negli altri mesi e, per- chè dopo quell’epoca non compariscono più armati di quelle squame, che depongono per rimetterlo poi di bel nuovo (3). Tali sono le notizie che del nostro Lago ci lasciò scritto il più celebre de’ naturalisti Latini. Tra i Greci antichi Polibio e

    Italico, il quale cosi descrive il corso del Ticino nel libro IV. 81-87 dalla sua uscita del Lago:

    Caeruleas Ticinus aquas el stagna vadoso
    Perspicuus scruat turbari nescia fundo,
    Ac nitidum viridi lente trahil amne liquarem.
    Vix credas labi: ripis tam mitis opacis
    Argutos inter volucrum certamine cantus
    Somniferam ducit lucenti gargite lympham.

    Da questi due luoghi però di Plinio e di Silio si argomenta chiaramente che nè l’uno ne l’altro visitarono il nostro Lago.

  1. Si legge questo nel libro IX, 33, 1, § 69. Duo lacus Italiae in radicibus Alpium Larius et Verbanus appellantur, in quibus pisces omnibus annis vergiliarum ortu exsistent squamis conspicui erebris atque praeacutis, clavrum caligarium effigie, nec amplius quam circa eum mensem visuntur.
  2. Vedi la sua Historia del Lago Maggiore, p. 39 e 40.
  3. All’incontro il Nessi nelle sue Memorie di Locarno crede che il pesce descritto da Plinio sia la ceppa o cioppia (clupea olosa de’ naturalisti) che ha la lunghezza di oltre un piede, e che dimora nei nostri laghi fino al mese di agosto; indi si parte con ordine meraviglioso nella direzione del Po, mandando avanti tutti i figliuolini e che così ritorna all’Adriatico per la stessa via donde se n’era venuta. In questo caso però il carattere distintivo del pesce indicato da Plinio manca affatto, ond'è a preferirsi a questa l'opinione dei primi sovra indicati.