Pagina:Il Magno Palazzo del Cardinale di Trento (1539).djvu/109

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Di nulla haver creato tutti i Cieli
     Si vede, e posto in ciascuno un Pianeta,
     Quali haver fatti pij e qual crudeli,
     2452Per lor effetti creder non si vieta.
     Post’è nel primo de i superni hosteli
     Cintia nell’andar suo veloce e queta,
     Ch’humido, e freddo a i miseri mortali
     2456Manda da suoi ghiacciati, e freddi strali.

La luce che ne dà da Phebo piglia,
     Che per se stessa, è difettosa, e scura.
     Quanto ei più lascia a i suoi destrier la briglia,
     2460Cresce in essa la luce, e la figura,
     E scema per contrario, e s’assottiglia
     Quanto ei più si gli appressa, e fassi scura,
     Però quando esso si congiunge a quella,
     2464Perde tutto ’l splendor, che la fa bella.

Ha nel secondo Mercurio la sede,
     Instabil piu, che d’ogni mare l’onde.
     Hoggi d’ogni favor ti fa la fede,
     2468E doman ti ruina, e ti sconfonde,
     D’eloquenza, e d’astutia ogn’altro eccede.
     E tal virtu ne i nostri corpi infonde,
     Quando ’l signor dell’Horoscopo ’l mira,
     2472E ’l principal suggetto da lui tira.