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il mistero del poeta 313

della tua fanciullezza, con tua grande confusione e stupore, e ti hanno poi appreso in seguito ch’eri poeta e che bisognava rispondere ad esse. Ricordi bene, non è vero, di avermi raccontato questo? Là tu hai conosciuto la vita e i cuori degli uomini che in parte sono già ne’ tuoi libri e in parte nella tua mente; là tu hai sentito spesso col sentimento di tutto un popolo. Noi dobbiamo vivere là, non perchè tu goda tutte queste dolcezze della patria, ma perchè mi pare che sieno quasi l’alimento del poeta, e tu devi esser poeta sino all’ultimo, con tutta l’anima tua e con tutta la mia.

«Caro, io sono forse in parte troppo scettica e in parte troppo entusiasta; di quest’ultimo guaio ne hai colpa tu che mi hai ridonato il mio cuore di diciott’anni. Io penso che tu possa realmente far bene, come poeta, a pochissime anime, e penso in pari tempo che il valore di questo ristretto beneficio sia inestimabile e che saresti colpevole di non recarlo. Non basta; io sono una personcina molto ignorante e da nulla, ma tuttavia presuntuosa assai; e oso adesso dire cosa vorrei che tu facessi in avvenire come ar-