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il mistero del poeta 335

gazione speciale. Il concetto le piacque; i versi non le parevano miei, li trovava così differenti da tutti gli altri che le avevo dati. Lo capivo perfettamente, ma tuttavia le domandai in che li trovasse differenti. Mi rispose ch’erano più difficili, che le ricordavano molto più degli altri le sue letture di classici italiani e le facevano un poco l’effetto d’essere stati scritti da un pittore quattrocentista.

— Ho letto e riletto non so quante volte la poesia — mi diss’ella all’indomani — ed è una cosa strana ciò che provo. La forma mi pare un poco meno viva che negli altri tuoi versi, ma mi compiaccio assai più di ritrovarmi in questi che in quelli.

Osservai che ciò avveniva per il loro concetto.

— No — rispose — sento chiaramente che non è solo per il concetto; è anche per il linguaggio che l’aria così antica, spirituale. Dimmi se in Italia piace più questo genere o l’altro.

— Lasciamo stare il mio sonetto — risposi. — In Italia piacciono i versi migliori di questi. Non vi manca del resto chi dice che si dovreb-