Pagina:Il Re del Mare.djvu/104

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parapetti, divorando con invidiabile appetito i loro piatti stravaganti.

Chi dava dentro, senza preoccuparsi delle palle dei nemici che di quando in quando si cacciavano nei panconi con sordo fragore, al blaciang, quel puzzolento intruglio formato di gamberetti e di piccoli pesci conservati entro vasi di terra, e lasciati fermentare fino a corrompersi; chi all’ud-ang, specie di pasta formata di crostacei seccati e poi ridotti in polvere; chi ai pasticci di laron, formati con larve di termiti, piatto scelto e gustosissimo per i palati malesi, e specie giavanesi. Dal lavoro energico che compivano i loro denti neri come chiodi di garofano, per l’abuso del siri e del betel, pareva che l’assedio non avesse ancora guastato l’appetito di quei bravi.

Yanez e Tremal-Naik erano appena saliti sul parapetto, che notarono nei campi dei dayachi un certo movimento.

Dei capi radunavano attorno a loro numerosi guerrieri e pareva che facessero loro dei discorsi infocati, a giudicare dall’agitarsi furioso delle braccia, mentre in altri luoghi si eseguivano le danze guerresche dei kampilang e dei kriss. Il sole in quel momento stava per tramontare fra un denso nuvolone nero che pareva saturo di elettricità e che aveva i margini color del rame.

— Un attacco ed un uragano? — si chiese Yanez che aspirava l’aria, diventata estremamente secca. — Che cosa ne dici, Tremal-Naik?

— Una bufera l’avremo questa notte — rispose l’indiano, che guardava pure il nuvolone, il quale si allargava a vista d’occhio.

— Con accompagnamento di fuoco celeste e terrestre. Io sono certo che i dayachi, stanchi di cannoneggiare inutilmente le nostre cinte, approfitteranno della tromba d’acqua per venire all’attacco.

— Ed il momento non sarebbe davvero male scelto. Si spara male quando si ha l’acqua in volto.

— Copriamo le terrazze, Tremal-Naik. In mezz’ora i nostri uomini possono alzare delle tettoie per riparare almeno gli artiglieri. Per Giove! Che questa volta ci prendano davvero?

— Finchè avremo del caucciù, non lo credo.

— Fa’ riempire tutte le pentole che possiedi.

— Vo a dare l’ordine, — rispose l’indiano, scendendo precipitosamente.

Yanez stava per recarsi verso l’angolo della cinta, dove si trovava una spingarda, quando una freccia, lanciata probabilmente