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il re del mare 9

malesi. Doveva stazzare non meno di duecento tonnellate ed aveva un armamento da renderlo temuto anche a qualche piccolo incrociatore.

Ed infatti, aveva sul cassero due pezzi da caccia di buon calibro, protetti da una barricata mobile formata da due grosse lastre di acciaio congiunte ad angolo e sul castello di prua, quattro lunghe e grosse spingarde, armi eccellenti per mitragliare i nemici, quantunque di corta portata.

Inoltre aveva un equipaggio numeroso, fin troppo per un legno così piccolo, formato da una quarantina di persone, malesi e dayachi, per la maggior parte attempati ma ancora solidi, dai visi fierissimi e con non poche cicatrici, ciò che indicava come quegli uomini fossero gente di mare e anche di guerra.

La nave si era arrestata all’entrata d’una vasta baia, entro cui sboccava un fiume che pareva abbondante d’acqua.

Numerose isole, fra cui una grandissima, riparavano la baia dai venti di ponente, tutte cinte di scogliere corallifere e di banchi e coperte da una vegetazione foltissima d’un bel verde intenso.

La Marianna si era arenata su uno di quei banchi che le acque nascondevano e che, in quel momento, cominciava ad apparire, continuando la marea ad abbassarsi.

La ruota di prua aveva toccato molto profondamente, in modo da rendere impossibile lo scagliamento col solo mezzo delle ancore gettate da poppavia ed alate all’argano.

— Cane d’un pilota! — esclamò Yanez, dopo d’aver osservato attentamente il banco. — Non ce la caveremo prima di mezzanotte. Che cosa ne dici, Sambigliong?

Un malese che aveva il viso assai rugoso ed i capelli biancastri, e che tuttavia sembrava ancora robustissimo, si era accostato all’europeo:

— Dico, signor Yanez, che nessuna manovra riuscirebbe a toglierci di qui senza l’aiuto dell’alta marea.

— Hai fiducia in quel pilota?

— Non so, capitano — rispose il malese, — non avendolo mai veduto prima d’ora. Nondimeno...

— Continua — disse Yanez.

— Quello d’averlo trovato solo, così lontano da Gaya, in un canotto incapace di resistere ad un’ondata e di essersi subito offerto di guidarci, non mi pare che tutto ciò sia chiaro.

— Che abbia commesso una imprudenza ad affidargli il timone? — si chiese Yanez, che era diventato pensieroso.