Pagina:Il Re del Mare.djvu/226

Da Wikisource.
222 emilio salgari

— Che ci tiene al suo regno, specialmente dopo la visita ricevuta da un ammiraglio inglese della squadra della Cina che lo ha investito del supremo potere, d’incarico della Regina d’Inghilterra.

— Figurarsi che onori avrà avuto quell’ammiraglio!

— No, signor Held, gli onori ha dovuto farli lui, offrendo alla colonia un banchetto pantagruelico, di cui i buongustai dell’isola serbano immortale ricordo, seguìto da molti doni fra i quali una bandiera inglese che Griel conserva gelosamente.

— Vedrò con piacere quel piccolo regno. Speriamo di avere una buona accoglienza — disse il dottore.

— Lo dubito — rispose Yanez, — perchè quegli isolani ci terranno a non sprovvedersi di carbone che consumano essi in gran parte. Sapremo però calmarli avendo noi degli argomenti molto persuasivi. Chiamino pure in loro soccorso gl’Inglesi e ci scaccino. Siamo in guerra e la faremo a tutti i sudditi inglesi, senza eccezioni.



VIII.


L’isola di Mangalum.


Tutta la notte il Re del Mare fu vivamente battuto dalle onde, che salivano incessantemente dal sud, sconvolgendo tutto il mare della Sonda.

Il vento non aveva cessato di aumentare, però non era ancora così violento da rendere difficoltosa la navigazione dell’incrociatore, dotato di splendide qualità nautiche, non ostante il peso enorme delle sue grosse artiglierie e delle sue torri corazzate.

All’indomani il tempo era diventato più minaccioso. I cavalloni si seguivano con furia, con le creste spumeggianti, muggendo cupamente e frangendosi con fracasso contro lo sperone della nave.

Il vento, sferzando le loro cime, sollevava vere cortine d’acqua, le quali correvano attraverso l’oceano, danzando disordinatamente e abbattendosi contro l’alberatura e le torri del Re del Mare.

Enormi masse di vapori, gravide di pioggia, volteggiavano pel