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combustibile, molto scarso però, dovendo il piroscafo fare scalo e rinnovare le provviste a Saïgon, cominciò alacremente.

Due ore dopo i malesi lasciavano la nave. Le scialuppe montate dall’equipaggio inglese erano ancora in vista.

— Due cannonate alla linea d’acqua — aveva comandato Sandokan.

Poco dopo due granate sfondavano le lamiere di babordo del piroscafo, aprendo due squarci immensi, attraverso i quali si precipitò tosto il liquido elemento.

Quattro minuti dopo il piroscafo scompariva negli abissi del Mar della Sonda, con un frastuono orrendo, essendo le sue macchine scoppiate, ed il Re del Mare riprendeva la crociera, allontanandosi verso il sud-ovest.

L’indomani un veliero inglese subiva l’egual sorte, dopo essere stato privato d’una parte del suo carico consistente in pesce secco destinato ai porti d’Hainau; e parecchie altre navi, a vela ed a vapore, andarono a tenergli compagnia nei profondi baratri.

L’incrociatore batteva indisturbato le linee di navigazione, corseggiando dalle coste del Borneo fino in vista delle isole Anaba, tagliando la via alle navi provenienti dallo stretto di Malacca e dirette nei mari della Cina e del Giappone.

Già oltre trenta navi erano state colate a fondo a colpi di cannone od incendiate, causando danni enormi alle Compagnie di navigazione, quando un giorno un praho bornese, che era stato accostato, informò quei formidabili distruttori che una squadra composta di parecchie navi da guerra era stata veduta nelle acque di Natuna.

Doveva certo essere quella di Singapore, inviata a cannoneggiare la nave corsara. Lo stesso giorno Sandokan, Yanez, Tremal-Naik e l’ingegnere Horward tennero consiglio e deliberarono di interrompere la crociera e di muovere senza indugio su Sarawack, a cercare la Marianna che doveva attenderli alla foce del Sedang.

Forse i dayachi, i loro antichi alleati, avevano cominciato ad invadere il sultanato; era quindi quello il momento buono di assalire il rajah dal lato del mare e fargli pagare cara la sua cooperazione nella conquista di Mompracem.

Il Re del Mare quindi, che aveva le carboniere piene e anche parte della stiva ingombra di combustibile, fece rotta verso il sud-est, desiderando Sandokan fare prima una punta verso la sua isola, per accertarsi se gl’Inglesi la tenevano ancora.

Aveva dato ordine di procedere colla massima velocità, sic-