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il re del mare 305

— Saremo pronti pel combattimento.

Il Re del Mare aveva subito affrettata la corsa. Fuggiva a precipizio, dodici nodi all’ora, sacrificando le ultime tonnellate di combustibile, con la magra speranza d’incontrare qualche nave mercantile e di saccheggiarla del suo carbone prima che giungesse la squadra.

La sorveglianza era stata raddoppiata a bordo. Uomini dagli occhi di lince vegliavano sulle coffe.

Intanto Sandokan aveva dato l’ordine di prepararsi per la battaglia, che presumibilmente doveva essere l’ultima, a meno d’un miracolo.

Centoquaranta miglia ancora, poi la velocità si rallenta. I pozzi sono esausti e le caldaie rantolano affievolendosi di minuto in minuto.

Il momento terribile s’avvicina, eppure tutti sono calmi a bordo perchè tutti, da lungo tempo, hanno fatto il sacrificio della loro vita. Nessuno ha paura della morte che li minaccia e guardano impassibili le acque che diverranno i loro veli funebri.

Forse rimpiangono una cosa sola: quella di morire lontani da Mompracem.

Alle otto di sera il Re del Mare s’arrestò quasi, addosso al grande bacino di Vernon. Tutto quello che poteva dar calore era stato divorato dagli immani forni delle macchine.

I barili di catrame, le casse di canape imbevute con le provviste di liquore del quadro, le materie grasse della dispensa, i mobili delle sale, perfino le brande e gli effetti dell’equipaggio.

Se si fossero potute trasformare le pareti metalliche della nave in altrettanto combustibile, quegli uomini non avrebbero esitato a farlo, pur di raggiungere le coste del Borneo già ancora troppo lontane.

Sandokan, sentendo la nave ad arrestarsi, si era diretto lentamente verso poppa, più cupo che mai, appoggiandosi alla murata.

Non aveva pronunciata una parola, nè aveva fatto alcun gesto. Aveva solamente accesa la pipa, fumando con maggiore furia del solito, fissando gli sguardi sull’orizzonte, che rapidamente diventava tenebroso; e Yanez lo aveva imitato.

Era da quella parte che veniva il pericolo e lo sentivano appressarsi terribile, formidabile, schiacciante ed implacabile.

L’oscurità era piombata sul mare, tingendo le acque d’un colore quasi nero. Qualche rada stella appariva in cielo, fra gli strappi delle nubi salite con la brezza che soffiava dal sud.