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312 emilio salgari

Erano dunque quelle le navi del figlio di Suyodhana, del loro implacabile ed invisibile nemico? Quelle bandiere lo confermavano.

A bordo del Re del Mare successe un lungo silenzio, tanto era lo stupore che aveva invaso tutti, poi la voce metallica di Sandokan lo ruppe bruscamente:

— Fuoco! Fuoco! Fuoco!

Spaventevoli detonazioni coprono le sue ultime parole. Le granate piovono da tutte le parti sul Re del Mare, che il flusso ha insensibilmente portato verso il banco di Vernon e che si trova sempre immobilizzato coi fuochi spenti.

Sono uragani di ferro e d’acciaio che escono dai grossi pezzi della coperta e da quelli di medio calibro delle batterie: ma non sono diretti sul ponte del Re del Mare dove si trovano, entro la torretta blindata, Darma e Surama.

Quelle masse metalliche battono invece solamente i fianchi dell’incrociatore, come se gli artiglieri avessero ricevuto l’ordine di risparmiare le due donne, i due comandanti e Tremal-Naik che sono con loro.

Delle granate vengono però lanciate contro le torri che riparano i grossi pezzi da caccia, cercando d’imbroccarli o di frantumare le grosse piastre di ferro.

Il Re del Mare si difende furiosamente. È un vulcano che fiammeggia da tutte le parti. Le ultime Tigri di Mompracem sono ben risolute a far pagar cara la vittoria allo strapotente nemico.

I suoi grossi obici battono in breccia le navi avversarie, danneggiando i ponti, squarciando le ciminiere e aprendo larghi fori nelle piastre metalliche. In mezzo a quel rimbombo assordante, si ode tratto tratto la voce formidabile di Sandokan che urla:

— Fuoco, Tigri di Mompracem! Distruggete, massacrate!

Ma quanto potrà resistere il Re del Mare al tiro terribile di tante bocche da fuoco? I suoi fianchi, quantunque solidissimi, dopo mezz’ora cominciano a cedere; anche i suoi pezzi, uno ad uno, vengono smontati e ridotti al silenzio. Le sue torri, ad eccezione della torretta di comando, sempre risparmiata, cominciano a sfasciarsi sotto quella pioggia incessante di granate, e nelle batterie i morti si accumulano.

Sandokan e Yanez, chiusi nella torretta, contemplano quel terribile spettacolo, calmi e sereni. Il primo si morde di quando in quando le labbra a sangue; il secondo fuma flemmaticamente la