Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/130

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Il Sofista. 119

Teet. In nessun modo un profano qualunque. Perocchè capisco quello che vuoi dire: chi porti questo nome è ben lontano da esser tale1.

For. Ma, allora, dovremo ammettere che egli possieda una qualche arte.

Teet. E quale sarà questa?

For. O che, per gli Dei, non ci siamo forse accorti che l’uno è parente dell’altro?

Teet. Quale? di chi?

For. Il pescatore alla lenza del sofista.

Teet. In che modo?

For. Tutt’e due mi sembrano come due cacciatori.

[E]Teet. Di che specie di caccia quell’altro? Poichè dell’uno abbiamo già detto.

For. Abbiamo diviso or ora in due la caccia in generale, tagliando da una parte ciò che nuota, dall’altra ciò che va per terra.

Teet. Sì.

For. E una parte l’abbiamo esaminata, almeno per ciò che si riferisce al nuotare degli acquatici2: quella di terra invece la lasciammo indivisa, pur dicendo che ha molti aspetti.

[222]Teet. Precisamente.



  1. Poichè sofista viene da σοφός, chi si chiama press’a poco sapiente come potrebbe essere un ignorante?
  2. Infatti per quelli che nuotano nell’aria non aveva dato altre suddivisioni: si inganna perciò C. Ritter (Neue Unters. p. 9) che qui invece di τῶν ἐνύδρων propone di leggere τῶν πτηνῶν τε καὶ τῶν ἐνύδρων. Cfr. p. 220 A e nota.