Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/210

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Il sofista. 199 fon. L'Essere dunque non è moto e quiete _,.esi insieme, ma è un'altra rosa diversa da queste ? Teet. Pare. fon. Secondo la sua propria natura dunque l’essere nè sta fermo nè si muove? Teet. È probabile. For- E allora dove s’ha a rivolgere per anco l'attenzione, chi voglia fermare in sè qualche idea chiara su di esso? Teet. Dove mai? For. Credo che oramai non sia facile (rivolgerla) più in luogo alcuno. Perocché, se una cosa non si muove (1), com'è possibile che non stia ferma? O viceversa ciò che non è mai fermo, D come non si muove? E l’essere ci si è appena mostrato fuori dell'una cosa e dell’altra I È questo dunque possibile? Teet. È infatti la cosa più impossibile di tutte. For. È giusto ricordare anche un’altra cosa per giunta. Teet. Che cosa? Fok. Che interrogati, il nome di ciò che non è, a che cosa si deva riferirlo, ci trovammo nel massimo imbroglio: te lo ricordi? Teet. Come no? Iti “ Ciò che è o sta fermo o si muove: la quiete dunque e il moto comprendono tutte le cose e, per così dire, le esauriscono, così che accanto ad essi non vi può esser altro „ (Apelt).