Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/316

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L'uomo politico. ?p$ Socr. giov. In che modo? F<>r. In quanto, interrogati sul re e sull'uomo politico dell'attuale circolazione del monito e dell'attuale generazione, abbiamo nominato invece quello che era pastore della greggia umana altra volta nel periodo contrario e, peggio, un Dio invece di un uomo, in questo siamo 275 andati del tutto fuori di strada. In quanto poi 10 abbiamo rappresentato come capo di tutta quanta la città e non abbiamo chiarito in che • maniera, per questo rispetto viceversa ciò che è stato detto è bensì vero, ma non è tutto, e non fu detto chiaramente, e perciò l'error nostro qui è men grosso che là. Socr. giov. Questo è vero. For. Convien dunque, si vede, definir prima 11 modo di regger la città, per poter poi aspettarci anche l’uomo politico di averlo pienamente definito. Socr. giov. Bene. For. ^er questo infatti abbiamo aggiunto anche B il mito, affinchè ci dimostrasse che neU’alleva- ' — ora si fa un apprezzamento diverso da quello d’allora, e in parte lo si stima perdonabile, in parte molto grave. Cosi intende anche il Campbell. A intendere col Rittkr (Inhaìtdarstelhmgen, I p. 50) nell’altro senso, avremmo im errore di prima (che egli intende esser quello di non aver distinto il re pastore da quanti altri si credono utili alla greggia), e poi un errore nuovo diviso in due parti, di cui la parte minore sarebbe nè più nè meno che l’errore di prima. 1