Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/99

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88 Capitolo V.

Aristotele, innanzi tutto, li conosce: se non ne cita il titolo, vi accenna in più luoghi, e per il primo nomina espressamente Platone1, per il secondo “uno dei precedenti„2, la quale espressione non si può riferire alla scuola platonica, perchè gli scolari di Platone non erano prima, ma contemporanei di Aristotele.

Anche i ragguagli stilistici consentono per l’autenticità. La critica impressionista non voleva riconoscervi lo stile di Platone; la critica positiva vi ha constatato una estrema somiglianza con lo stile delle Leggi.

Ma più di tutte queste considerazioni esteriori, a prova della loro autenticità sta l’interna evidenza. Il Timeo e le Leggi presuppongono questi due dialoghi sia in luoghi singoli sia in generale come antecedenti della loro teoria, e senza di essi le obiezioni del Parmenide e la ἀπορία del Teeteto rimarrebbero senza risposta. Ma poichè la questione dell’autenticità qui s’intreccia con quella della cronologia, alla quale s’è accennato incidentalmente di sopra, diremo anche di questa qualche cosa, limitandoci ai punti che sono ancora in questione.

2. Dopo gli studi del Campbell, del Tocco3, dell’Hirzel4, del Ritter, del Lutoslawski, non vi può esser dubbio ragionevole che l’ultima maniera di Platone sia rappresentata dai dialoghi: Sofista, Politico, Filebo, Timeo, Critia, Leggi5. Se però sieno stati scritti in



  1. Met. XI. 8 p. 1064 b, 29:διὸ Πλάτων οὐ κακῶς εἴρηκε φήσας τὸν σοφιστὴν περὶ τὸ μὴ ὂν διατρίβειν. Cfr. Soph., p. 254 A. L’Apelt nei prolegomeni alla sua edizione del Sofista, pp. 32-37, cita d’Aristotele e discute con questo altri luoghi, in parte notati già da altri, qualcuno aggiunto da lui, che o certamente o con maggiore o minore probabilità si riferiscono a questo dialogo.
  2. Cfr. nota a pag. 303 A. Altri raffronti di Aristotele col Politico veggansi presso Zeller, II6. 1, pp. 459-60, e Campbell, O. c. “Intr. to the Statesman„ p. liv-lv.
  3. Ricerche platoniche, Catanzaro, 1876.
  4. Der Dialog, Leipzig, 1895.
  5. Questa conclusione nel suo complesso è così obbiettivamente sicura per ogni rispetto da rendere ormai del tutto superfluo riferirne i motivi. Perciò è del pari