Pagina:Il Vendemmiatore e La Priapea.djvu/48

Da Wikisource.
40 IL VENDEMMIATORE

CXI.


    Volete, belle ninfe ch’io vi mostre
Onde nacque il costume e santo e bello,
Che un’alta donna nelle parti nostre
884Non sdegna andar sull’umile asinello?
Vecchio uso fu delle prime Ave vostre,
Non credete che sia tra voi novello,
Più dell’antico ha, donne mie, quest’uso,
888Che non ha quel dell’ago e quel del fuso.

CXII.


    Un tempo al gran Priapo desir prese,
Di guadagnar peregrinando fama.
Si mise in alto in Grecia, e ’n Puglia scese,
892Ove il suo nome ancor s’onora e s’ama.
Bramoso di vedere il bel paese,
Ch’ogn’altro peregrin cotanto brama,
Varcò l’Aufidio, indi varcò il Calore,
896E venne quà raccolto a grande onore.

CXIII.


    Tant’onor gli fer quì, tante carezze
Che più non n’avrian fatte al sommo Giove,
Sì per le naturali sue bellezze,
900Come per le mirabili sue prove:
I poderi, le case, e le ricchezze
Offriano a lui, perchè non gisse altrove:
Ei d’onor vago, che l’avea quà addutto
904Deliberava il mondo correr tutto.