Pagina:Il Vendemmiatore e La Priapea.djvu/97

Da Wikisource.

DEL FRANCO. 89

XLIV.


Certi asinacci, ch’han dell’asinelio
     (È forza ch’io lor faccia questo onore)
     Credonsi fare al cazzo un disfavore,
     4E pensan dare al culo un gran martello,
Quando con questo parlano e con quello,
     Ed alla prima gli sguainan fuore
     Quel gran viso di cazzo Imperadore,
     8Quel gran viso di culo suo fratello.
Oh ceffi veramente di cojoni,
     Come ingrassate infino agli stivali
     11A mettervi le fibbie ed i bottoni.
E non sapete bufali cignali,
     Che i cazzi a’ giorni nostri son baroni,
     14E che i culi son’oggi Cardinali.


XLV.


Dicesi, che colui che ha grande il naso
     Di ragione have il cazzo sino al cielo,
     E mostacciuto a guisa di camelo
     4Se ’l mal di Francia già non glie ne ha raso.
Ed è questo proverbio sì spaso
     Che le donne l’han tutte per vangelo,
     E quando error ci trovano d’un pelo
     8Tengono allor che sia disastro o caso.
Ma l’Aretino, che è degli approvati,
     Se ben non ha nè lettra nè lettiera,
     11Nè sa di dotti nè d’addottorati,
Fa sacramenti, e dice a buona ciera,
     Che in più di mille cazzi che ha provati,
     14Non trova questa regola per vera.