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Pagina:Il buon cuore - Anno IX, n. 01 - 1º gennaio 1910.pdf/7

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IL BUON CUORE 7


coerenze delle applicazioni disciplinari, e, più di tutto e prima di tutto, la sicurezza di tante impunità, sorrette da passioni, da settarii appoggi, da protezionismi, da prevenzioni?

Oh! non maledite alla sventura! non imprecate alla colpa già punita! non incrudelite anche voi contro quelli che la umana giustizia privò di libertà, di voce! lasciate che il numero e la matricola si sentano uomini almeno a Natale!

E ispiri il buon Angelo di Natale un gentile pensiero a chi legge.

Indumenti, libri, denari, sieno la strenna vostra!

E la mano e l’occhio di chi ha dovere di vigilare, compiranno l’opera buona.

Natale avrà il suo sorriso anche in carcere, e nel vostro cuore giungerà l’eco melodiosa di un grazie, forse mai ripetuto da uomini più bisognosi e più riconoscenti.

Il Cappellano Del Reclusorio.


Maria Pezzè Pascolato



e le sue opere



Chi, ormai, non conosce e non apprezza i lavori di Maria Pezzè Pascolato? È un nome caro a tutti, perché è passato attraverso a tutti i cuori con opere dove alle bellezze estetiche si congiungono in perfetta armonia i risultati pratici di studi psicologici fatti sul vero, con alti intendimenti educativi. Nella prosa, come nel verso, il suo concetto è sempre elevato, la sua forma è sempre squisita, piana come quella della scuola manzoniana a cui teneva papà suo, il rimpianto ministro Pascolato, che dell’estetica era appassionato cultore.

La scolara ha sorpassato il maestro — dicono i veneziani — e a Venezia la signora Maria Pezzè Pascolato è chiamata semplicemente la signora Maria, perchè la signora Maria è da tutti conosciuta e stimata per il suo ingegno e la sua cultura, è da tutti amata per la sua affabilità, è da tutti ammirata per la sua generosa dedizione alle istituzioni tendenti ai più nobili ideali dì educazione e di beneficenza. Quando il campanile di S. Marco, cedendo all’invisibile rovina cagionata dai secoli, si sfasciò e scomparve suscitando ovunque il dispiacere che avrebbe potuto causare la scomparsa di una gloria propria e di un grande amico, la signora Maria ebbe una sublime ispirazione e rimpianse il caduto monumento col dolce linguaggio della Laguna, esprimendo i suoi sentimenti in versi tali da far dire anche in quella dolorosa circostanza: «Non tutto il male vien per nuocere». Il nome di Maria Pezzè Pascolato non è circondato da simpatie solo in Italia, ma è noto favorevolmente anche all’estero, ove la sua perfetta conoscenza delle lingue lo ha circondato della stima e della gratitudine di letterati sommi, i quali videro che í migliori loro autori, passando all’idioma italiano per la penna della nostra valente scrittrice, invece di perdere parte dei loro pregi, come sovente succede nelle traduzioni, guadagnarono nella forza del concetto e nell’elevatezza della forma.

Come si vede, non è solo delle Novelle che noi vorremmo parlare, e qui ci piace ricordare le Cose piane, che, dedicate dalla signora Maria alle giovinette, hanno trovato ottime accoglienze nelle migliori famiglie.... «Mi sono sforzata — ella dice nella prefazione — di collegare queste piccole cose pratiche con gli altri rami di insegnamento delle nostre scuole femminili; di ricercare e di rendere evidente il legame che unisce le altre scienze a questa, dell’economia domestica, la quale

apprende alle fanciulle a valersi delle cognizioni acquistate ed a far buon uso del tempo, dell’intelligenza e del denaro, per il maggior benessere proprio, per la maggiore prosperità della famiglia».

Ora veniamo alla novità del giorno, cioè al nuovo libro, che porta questo titolo: Le novelle raccontate ai ragazzi italiani da Maria Pezzè Pascolato. In origine sono parte dell’opera di Guglielmo Hauff, che, nato il 29 novembre 1802, morì a soli 25 anni, dopo aver compiuto una quantità incredibile di lavori tanto cari ai ragazzi tedeschi e inglesi.

E un volume splendido, uno dei migliori delle edizioni Hoepli, e le sue pagine nitide ed accurate sorpassano il numero di 500, senza contare 24 finissime tavole a colori.

Una penna dotta così ha espresso il suo giudizio sulla nuova opera della nostra autrice: «Ottimo libro, perchè diverte i ragazzi, li mantiene in un ordine di pensieri sani e generosi, e ne abitua l’orecchio ad una lingua ricca, viva, snodata, purissima. Ottimo libro, perchè mirabilmente si presta per letture ad alta voce in famiglia, le quali sono più utili di molte lezioni, e non per il bene dei figliuoli soltanto».

La nostra signora Maria riesce a interessare i lettori sul bel principio, nella prefazione che si presenta subito collo scintillio e il fascino, della novellatrice. «Lontano, lontano, in un paese dove il sole non tramonta mai, e i fiori non avvizziscono, e gli alberi non perdono le foglie, c’era una volta una bella Regina pietosa....» Così scrive la nostra autrice, poi, rivolgendosi allo mamme, dice: «Io non ho fatto una traduzione: ho raccontato liberamente, com’era più adatto ai ragazzi che avevo d’intorno; e poi ho scritto, il meglio che ho saputo». E la distinta e buona signora racconta e scrive in maniera squisita, parlando ai fanciulli veri, ai bambini tanto amati e da lei circondati d’intelligenti cure nella famiglia, nelle scuole, negli asili, negli ospizi; e non s’inganna certo se ritiene che ciò che ha divertito i nipoti suoi, o i suoi scolaretti d’adozione o i piccoli malati da lei protetti, possa divertire ed educare anche i fanciulli di centinaja e migliaja di famiglie italiane.

Quanto a certi pregiudizi, a certe apatie che tolgono le forze volute per la lotta in chi crede nel cattivo destino, la nostra autrice così conclude la sua magnifica prefazione: «I doni recati con noi dalla culla esercitano un’azione importante in tutta la nostra vita; ma dei doni maligni possiamo liberarci: basta volere. La verità vera, che tutte le novelle insegnano, è questa che con un po’ di coraggio, di energia, di bontà, le cattive fate si vincon sempre».

Le madri posson tutte essere sicure del libro d’una educatrice come Maria Pezzè Pascolato, la quale sa interessare non solo i piccini, ma altresì i ragazzi di quella età che il rimpianto De Marchi chiamava l’età preziosa.

Abbiamo così espresso il nostro sentimento sulle opere della distinta scrittrice veneziana, mentre siamo in attesa di un altro di lei libro, che certo farà un gran bene alle operaje.

I nostri voti affettuosi accompagnino l’opera feconda e geniale dell’esimia e buona signora Maria.

Angelo Maria Cornelio.




La NONNA è un capolavoro di una freschezza e di una originalità assoluta.



Il Municipio di Milano ha ordinato 150 abbonamenti per distribuire in tutte le scuole i fascicoli dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI.