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70 | IL BUON CUORE |
S. GIOVANNI, Cap. 8.
Pensieri.
La verità vi farà liberi.
Le cose hanno valore per quello che sono, non per quello che a noi pare siano. Ma noi ci occupiamo di esse e ce ne affanniamo, non secondo il loro valore reale, bensì secondo quello falso, soggettivo, incompleto che noi attribuiamo loro.
È così in ogni campo dell’attività umana, e nessuno non può non vedere subito di quali conseguenze possa essere gravido un simile errore.
Ansie, fatiche, tempo sciupati per cose che non ne valgon la pena; e beni veri non raggiunti, perchè non conosciuti, non apprezzati.
Un giudizio retto sulla realtà delle cose è dunque prezioso, doppiamente prezioso quando da esso uscisse un sicuro e solido orientamento morale.
Ogni verità è liberazione dall’errore, ma liberazione per eccellenza attua quella verità che discopre a’ nostri occhi il valore delle supreme finalità. — Che serve all’uomo guadagnar tutto il mondo se poi perde l’anima sua?
La salvezza dell’anima, la felicità eterna, vale a dire il trionfo finale del bene, della virtù in noi e nell’universo, ecco quel che importa.
L’educazione morale, religiosa non deve avere altro scopo che quello di dissipare le nebbie che offuscano questa verità, nebbie di passioni, nebbie di pregiudizi di tutte le sorta.
Con ciò non si richiede che l’uomo religioso passi come un eremita fra i suoi simili, tutt’altro. L’uomoA questa luce si compie la solenne liberazione: le cose terrene, caduche perdono il loro fascino, la loro attrattiva; sono mezzi che si prendono e che si lasciano indifferentemente, in vista solo del fine cui l’anima tende.
Non è un tale atteggiamento una vera liberazione? Non è acquistare, per esso, una quasi signoria su tutte le cose? Non viene da ciò un senso di grandezza che ci sublima e ci migliora?
⁂
Cercate uccidermi, perché la mia parola non penetra in voi.
I nostri pregiudizi, le nostre passioni non solo ci impediscono la visione della verità, ma ci armano contro la verità.
È storia antica e sempre nuova e che ci dovrebbe profondamente umiliare.
In ogni campo, quando un veggente, un profeta, dopo aver meditato e trovato un raggio di vero e averlo sperimentato, cede all’impulso dello spirito e parla.... ecco un coro concorde di passioni urtate, di interessi scossi che si agita, che si impenna, che si alza contro di Lui.
La nostrà virtù (se virtù si piìò chiamare) fiacca e limitata ha paura della verità, ne teme troppo le conseguenze disturbative e, senza fare sforzo alcuno per comprenderla (sforzo leale, s’intende) la condanna.
Perciò ogni verità viene al mondo grondante sangue; perciò ogni precursore è un martire; perciò Gesù fu crocifisso. Mio Dio, pietà di noi!
Mi pare che per la lotta che l’uomo ingaggia continuamente, ciecamente contro il vero, contro il bene si perpetui nel mondo una mistica crocifissione di Cristo.
Chi di noi non ha nulla da rimproverarsi, nulla da piangere?
⁂
Se siete figli d’Abramo fate le opere d’Abramo.
A quanti cristiani non si potrebbero rivolgere le stesse parole: se siete cristiani fate le opere di Cristo!
Che vale vantarci d’una gloriosa tradizione religiosa, dirci redenti da Gesù, riscattati da lui, se nella nostra vita non rivive il suo spirito, se, in un certo senso, noi non lo continuiamo nel mondo?
Quando saremo persuasi che solo la vita pura e santa dei cristiani può attrarre simpatia sul cristianesimo? Testimoniare della sua efficacia?
Da qualsiasi punto si parta si arriva sempre alle stesse conclusioni: certe esigenze sono così imperiose che si affacciano alla nostra meditazione da qualsiasi lato noi la si intraprenda.
E il ritorno d’un richiamo solenne a una vita profondamente cristiana non dovrebbe, non dirò annoiarci, ma nemmeno lasciarci indifferenti... Ogni volta esso dovrebbe valere a farci rientrare in noi stessi; a farci esaminare seriamente la nostra coscienza, a salutarmente scuoterci e risvegliarci....