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IL BUON CUORE 79


pare un correre troppo. E poi, concesso che i cristiani dei primi secoli ambissero di aver sepoltura presso i Campioni della Fede e desiderassero ansiosi di riposare accanto ad essi per ricevere un influsso di protezione; e concesso pure che S. Ambrogio per conto suo dividesse e realizzasse tali sentimenti, non ne viene di ineluttabile conseguenza che dunque seppellì il fratello accanto ad un Martire; meno ancora che quel Martire fosse S. Vittore; meno ancora nella Porziana.

Del resto chi ha detto che quell’epitaffio fu dettato da S. Ambrogio, o anche sia del tempo di S. Ambrogio? Un tal Dungalo, il quale insegnava a Pavia a metà del nono secolo, fu esso che ci trasmise, — pescandola chissà dove, — quell’epigrafe, in una sua opera contro Claudio vescovo torinese, opera stampata più volte, il cui manoscritto autentico, dal monastero bobbiense cui l’autore l’aveva lasciato, venne a finire alla biblioteca Ambrosiana, come lo dice il Muratori (Antiq. dissert. LXIII.).

Ebbene sentite cosa succede: Quando i Padri Maurini giunsero, colla pubblicazione delle opere dei Padri della Chiesa, a quelle del nostro S. Ambrogio, in un avvertimento premesso ai Discorsi de excessu Satyri non solo non mostrarono soverchia simpatia per l’autorità del Dungalo relativamente all’epitaffio sopracitato, ma non ammisero l’epitaffio istesso non dirò solo tra gli scritti dubbi di S. Ambrogio, tampoco tra quelli spurii, che è tutto dire. Nè mi meraviglio. Checchè si dica di somiglianza di stile, di armonia di pensiero e sentimentalità, questo ancora è certo che S. Ambrogio, nei suoi discorsi funebri, non c’è pericolo che accenni menomamente alla circostanza d’aver seppellito il fratello accanto ad un martire, Vittore celeberrimo o altro più
oscuro campione di Cristo; in nessun luogo parla di maggior fiducia sulla sorte ultramondana di Satiro in causa di benefica influenza derivata dal trovarsi all’ombra e sotto la protezione d’un martire; solo accenna all’offerta fraterna, alla vittima da lui immolata, al sacrificio del sacerdote, da cui si ripromette vantaggi pel morto.

Di sepoltura di S. Satiro nella Porziana accanto a S. Vittore M. insinuerebbero finalmente gli Atti di S. Vittore, manipolati in quel secolo IX che si specializzò per una fioritura di leggende curiose, di non so quale antico panegirico di S. Marcellina, e d’una Vita di S. Satiro. Ma ahimè, che quest’altro documento non ha in capitolo una voce più autorevole di quello che avesse l’epitaffio del Dungalo.

Capisco che, a esser logici e imparziali, devasi gettare a mare qualcosa di molto caro alla Basilica Ambrosiana; accenno all’affresco che già esisteva nell’abside della Fausta, e sostituito con gesso rappresentante la deposizione di S. Satiro accanto a S. Vittore, e di cui il povero proposto Rossi si compiacea infinitamente come di altra prova che dal secolo XV vigeva la tradizione che in detta Fausta accanto a S. Vittore riposasse S. Satiro. Vada tutto, ma si dica la verità, o almeno quello che per ora ci sembra tale. Così si fosse adoperato un po’ prima — dato che nessun sospetto sorgesse mai sull’autenticità ambrosiana di quel disgraziato epitaffio — che non si sarebbe menato il can per l’aja così a lungo e avremmo fatto un incalcolabile risparmio di tempo, di fatiche e di dignità.

Ma per oggi, punto; il resto ad un altro numero.



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Società Amici del bene


La “Provvidenza materna„ la quale cura il soccorso immediato alle puerpere povere a domicilio, e gli “Amici del bene„ che cercano arrivare là dove altre istituzioni caritative s’arrestano per vincoli statutari o lentezze burocratiche, si sono data cordialmente la mano.

Sono due brave persone unite dalla miseria propria a vantaggio delle miserie altrui, le quali escono dal timido riserbo in cui da parecchi anni sono vissute, e, tanto per cambiare, annunciano una “Fiera di beneficenza„.

Questa si terrà nei giorni 17, 18 e 19 dicembre in locali da destinarsi, comprenderà, in maggioranza, indumenti per i poveri, sarà modesta nei prezzi e nei
mezzi, non tenderà alle borse del prossimo agguati più o meno gentili, ma lascerà alle anime caritatevoli tutta la spontaneità del sacrificio.

Con dichiarazioni così modeste, le due opere affratellate vogliono farsi perdonare il ritorno nel numero delle istituzioni che alle vendite benefiche richiedono aiuto e conforto.

Sanno di già che l’annuncio non verrà accolto con soverchio entusiasmo dai molti che la pietà milanese cinge di un assedio continuo, ma sanno pure che tra i mezzi di tosare il prossimo, ancora il questo delle “fiere„ più tollerabile e tollerato. Le vittime finiscono per rassegnarsi al dissanguamento, e, dopo aver protestato, si vendicano trasformandosi, alla loro volta, in carnefici pieni di buona volontà!
Noi calcoliamo assai sulla gioia di una vendetta a cui plaude anche il Vangelo, noi speriamo vedere alla fiera del dicembre un gruppo numerosissimo di venditrici che sappiano fraternamente spennarsi....

L’ottimo esito che ci aspettiamo, a sollievo cristiano di tanto dolore che d’ogni parte ci preme, coroni in una larga fioritura di bene venditrici e compratori!

Per la Provvidenza Materna


Nobildonna Anita De Francisci Sessa: 6 fustagnini, 8 fasce, 12 pannilini e 15 camicine.

FRANCOBOLLI USATI


Camona |||
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