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Anno IX. Sabato, 27 Agosto 1910. Num. 35.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Beneficenza. —In memoria di S. E. Mons. G. B. Scalabrini.
Religione. —Vangelo della domenica quindicesima dopo Pentecoste.
Educazione ed Istruzione. —L’elezione del nuovo Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana — Augusta Maxwel-Hutton. La caduta di un angelo.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Diario.


In memoria di S. E. Mons. G. B. SCALABRINI


Dall’organo dell’ITALICA GENS


(Continuazione, vedi n. 32).

II.

Signori, i pericoli che porta seco una tale emigrazione sono senza numero e del pari senza numero sono i mali che l’affliggono.

Quand’io, dieci anni or sono, raccolsi il grido di dolore de’ nostri poveri emigrati in uno scritterello che ebbe tanta eco nel cuore di tutti i buoni, e che riscosse in ogni ceto di persone così largo consenso di pensiero e di opere, io era ben lungi dall’immaginare il cumulo di mali e tutti i pericoli ai quali si espone il povero emigrante. Tutto, o signori, tutto cospira contro di lui, i suoi mali spesso incominciano prima dell’esodo dall’umile casolare, sotto la forma di un agente di emigrazione che lo determina a partire, facendogli balenare innanzi la facile conquista della ricchezza e lo avvia dove a lui piace e conviene, non dove l’interesse dell’emigrante consiglierebbe; e lo seguitano quei mali lungo il viaggio, spesso disastroso, e lo accompagnano al suo arrivo in luoghi infestati da terribili malattie, ne’ lavori a’ quali si sente spesso disadatto, sotto padroni fatti disumani o dalla bramosia insaziata dell’oro, dalla abitudine di considerare il lavoratore come un essere inferiore; e si aggravano que’ mali sotto i mille

agguati che la malvagità tende loro in paesi stranieri, di cui ignorano la lingua e i costumi, in un isolamento che è spesso la morte del corpo e dell’anima.

E potrei citare fatti numerosi che dimostrano di quante lagrime sia bagnato e quanto sappia di sale il povero pane dell’emigrante, di quegli infelici che, tratti laggiù o da vane speranze o da false promesse, trovarono un’iliade di guai, l’abbandono, la fame e non di rado la morte, ove credettero trovare un paradiso; che, colorato del miraggio del bisogno, videro l’Eldorado, senza pensare che il simoun violento della realtà sperde in un attimo le incantate città dei sogni! Infelici! estenuati dalle fatiche, dal clima, dagli insetti, cadono sconsolati sulla gleba fecondata dai loro sudori, sul margine delle vergini foreste, che seppero dissodare non per se, nè pei figli, percossi da quel morbo fatale e gentile che è la nostalgia, sognando forse la patria, che non seppe dar loro nemmeno il pane, invocanti invano il ministro della religione santa dei loro padri, che lenisca i terrori dell’agonia colle immortali speranze della fede.

Signori, il quadro non è lieto, ma è la storia verace di migliaia e migliaia di nostri connazionali emigrati, quale io l’ho raccolta dalle relazioni de’ miei Missionari, quale mi venne scritta e raccontata da chi fu testimone e parte di quei tristissimi esodi.

Non vorrei però essere frainteso o sembrar pessimista. Le tristi cose accennate non ponno dirsi di tutti i nostri emigrati. Moltissimi di loro hanno trovato nei paesi ospitali pane sufficiente, molti agiatezza, e alcuni anche ricchezza, e formano nel loro insieme colonie di cui la madre patria può andar orgogliosa. Ma sono pure moltissimi i disgraziati, e in gran parte lo sono per loro ignoranza e per incuria nostra.

Ora i doveri e gli interessi che derivano da un tale stato di cose sono molti, importanti e, sebbene di ordine diverso, tutti intimamente collegati fra loro, poichè in tutto ciò che riguarda l’emigrazione, interesse religioso, civile e nazionale, pubblico e privato, non si possono disgiungere senza danno.

Di questa somma di interessi e di doveri, alcuni si riferiscono all’emigrazione in generale, come le leggi che la riguardano e la società di patronato, altri ai singoli nuclei di emigrati, come ad esempio le condizioni economiche o politiche dei paesi ospitali, i sistemi